martedì 26 agosto 2014

2014 08 26 – Insiemistica imperiale e nuova mitologia : Inappchi, SiSeVe, chi rompe, chi appropria.


 
Visto che si parla di noi
E’ da qualche giorno che mi addormento alle 22.
Poi, di botto, due ore dopo mi sveglio con gli “occhi pallati”.
E’ mezzanotte. Ho dormito due ore e, d’incanto e all’istante, sono pronto per mille nuove avventure della mente. Tranquillizzo tutti, però. Un’ora dopo mi riaddormento e preservo il mio sonno ed i vostri miei sogni fino alle 7 di mattina.
All’inizio pensavo alla luna, alla sua gravità. O alle stelle. Alle di loro congiunzioni, e così via.
Poi ho capito. E mi sono anche dato del pirla. Se mi sveglio di botto alla stessa precisa ora è perché si sta modificando qualche “configurazione satellitare”: o sto cambiando satellite a cui agganciare il cervello per trasmettere pensiero, oppure più semplicemente sto invertendo fase di flusso. Da trasmissione a ricezione.
O qualcosa de genere.
Ricordate ? “Quocumque per undas”. E quocumque vale pure per via satellite.
E’come con i cellulari : funzionano mentre ci muoviamo perché spostandosi si agganciano a celle diverse della rete.
Di giorno non me ne accorgo perché sono sveglio. Ma di notte sono solo nel subconscio, e quello vive in una dimensione spazio-temporale iper dilatata per cui ogni seppur minima variazione di campo elettrico, o elettromagnetico, lui la sente. Lo chiamerò nanorelativismo di Faraday.
In più il ramadan ha determinato l’eliminazione di varie interferenze psichiche con una maggiore efficienza psichica, e dunque sensibilità.
Bene.

Nuova mitologia : l’Inappco, creatura mitologica in via di estinzione.
Stanotte mi sono rotto i coglioni di farmi rompere i coglioni, e invece di cercare di nuovo di dormire subito , mi sono detto che tutta questa vicenda che mi e ci riguarda tutti è giunta allo stadio finale del mio personalissimo grado di sopportazione dell’altrui decimo vizio capitale. E’ ora di terminare la farsa.
Come scrissi in quella  che chiamai “parabola iperbolica” (Estate 2013 - Memorie bipolari - nr. 8. Parabola iperbolica) i vizi capitali erano 7 al tempo della prima venuta.
Ma oggi, in questo incipit di civiltà dell’intelletto con tanto di seconda venuta a corredo, si deve considerare come la coscienza della conoscenza sia cresciuta, evoluta, e quindi con essa anche il ranking di vizi capitali.
Pertanto, per me ottavo vizio deve essere considerato la libertà.
Nono la conoscenza.
E decimo, sicuramente, “rompere i cugghiuni”.
Ovvero, inzigare, provocare, sfruculiare, toccare, strusciare, tormentare, irritare, infastidire, molestare, pungolare, punzecchiare, contrariare, disturbare, molestare, scocciare, seccare, urtare, incomodare, indisporre, scomodare, ammorbare, sfottere, beffeggiare, burlare, canzonare, corbellare, deridere, dileggiare, irridere, prendere in giro (o per i fondelli o per il culo), prendersi gioco di, sbeffeggiare, sberteggiare, sbertucciare, schernire, uccellare. Ma anche distogliere, deviare, distrarre, divergere. Oppure copiare, appropriarsi, arrogarsi, attribuirsi, impadronirsi, impossessarsi, studiare, sfruttare, osservare.
Incredibile la semantica umana. Quanti modi di dire la stessa cosa. Quanti modi per identificare pratiche assai diffuse prevalentemente incentrate sui bisogni di autoreferenza di chi le pratica, bisogni deprecabili in contesti seri come quello in cui stiamo vivendo.
Deprecabili perché  fondate sull’intenzione di appropriarsi di energia, altrimenti meglio utilizzabile, a fini personali.
Quando scrissi la parabola iperbolica era il 2013.
Oggi siamo a un anno dopo, e il ranking si è già arricchito dell’undicesimo vizio capitale: “l’indebita appropriazione di conoscenza”. O forse questo è solo una sfumatura del nono vizio. Non so. Ce lo chiariranno i dogmatici.

Il punto, è che so che qualcuno ci è rimasto male per la mia digressione filoamericana del 2014 08 24 Imperialismi imperi e insiemistica imperiale.
E me lo hanno pure comunicato, anche se probabilmente non si sono nemmeno accorti di averlo fatto.
Bene. Vuole dire che “nome in codice: il confessore”, che sono io, ha stanato qualche altro Inappco.
Non sapete cosa sia un Inappco ?
E’ come il “minollo” di Troisi : l’animale immaginario inventato per cercare di salire di straforo sull’Arca di Noè, già carica di tutte le coppie esistenti.
Inappco è l’Indebito Appropriatore di Conoscenza.
Figura mitologica comparsa sulla terra millenni fa, oggi in via di estinzione.
E’ come il minotauro, ma anziché essere composta da una coppia di elementi, L’Inappco viaggia su base 60. Ogni sessantesimo può assumere una delle sopramenzionate deprecabili caratteristiche, espresse come verbi, rendendo possibili innumerevoli sequenze e combinazioni di “Inappcocità”. Tutte diverse, ma pur sempre composte dagli stessi 60 elementi di  partenza.
In particolare l’Inappco antiamericano si nutre di antiche categorie novecentesche, tali per cui crede ancora che sia possibile una predominanza di un singolo impero sugli altri. Intendendo per impero un sistema semantico (Wikipedia) più che un univoco concetto di dominanza.
Diciamo che non riesce a metabolizzare il concetto di “insiemistica imperiale”, fondamentalmente perché spera ancora di potere vincere con il suo schieramento.
Non capisce che nel vetusto gioco di supremazia, l’unica vittoria possibile era non giocare.
E non capisce che oggi il gioco è cambiato.
Per questo si, lo confermo. Sono filoamericano.
Ma sono anche filocinese, filorusso, filoindiano, filoeuropeo, filo giapponese e così via. Fino agli imperi ancora invisibili, in primis quello che mi renderà anche filoafricano.
Ognuno ha qualcosa da apportare nella nuova visione dei macroblocchi parzialmente sovrapposti.
Ognuno ha la sua funzione, la sua utilità e il suo ruolo.
E io sono filo tutti.
O Panfiliaco.

Nuova mitologia : l’avvento di SiSeVe
Non è una divinità indu’.
O forse si, ma non solo.
Forse è anche pugliese ?
Chissà.
E’ il Signore Seconda Venuta.
Io l’ho conosciuto.
Mi è venuto a trovare nel sonno.
Si deve esser intrufolato tra un passaggio di satellite e l’altro. Mh, non sarà mica che c’è qualche buco nello scudo spaziale ?
Comunque voleva che lo aiutassi.
Abbiamo parlato.
SiSeVe mi ha chiesto: “ma come si fa a sopportare tutta quella umanità impersonificata negli Inappchi ? ”
“Sono peggio delle zanzare. Non credevo fossero così tanti”.
Per forza, ho risposto. Vieni dall’alto dei cieli!
Trovarsi in terra è tutt’altra faccenda, vero ?
Guarda però che sono anche loro frutto della tua creazione.
Perché li hai creati ?
No, non vale dire “non ho capito la domanda”.
Un motivo ci deve essere.
Dici che forse servono a tenere gli altri vigili, sull’allerta ?
Ok, può essere. Però scusa, una vita da passare a evitare di farsi rompere i coglioni mi pare piuttosto un purgatorio che una vita terrena. Cos’è una specie di contrappasso ?
Ma non doveva iniziare dopo morti il contrappasso ?
Ok, ho capito.
Dici che forse ti sei sbagliato.
Bene !
Finalmente un Dio a misura d’uomo. Mi piace che anche tu possa sbagliare.
Allora adesso dimmi cosa posso fare per te.
Vuoi sapere come faccio io a sopportarli ?
Te lo spiego: non è merito mio.
Per rendermeli sopportabili mi hanno creato mutante.
E’ facile. Se uno è un mutante, basta che nelle mutazioni genetiche ci abbiano anche caricato il gene Giobbe.
E la pazienza gli viene “naturale”.
Come ? Vuoi essere un Dio mutante ? Vuoi anche tu il gene Giobbe ?
Guarda che non è mica così semplice.

Con il gene li sopporti.
Dei lor torti,
non ti accorgi.
Questo almeno finchè è oggi.

Ma il diman,
son digeriti.
In memoria,
già scolpiti.

Ogni giorno,
tu riparti.
Col perdono,
senza scarti.

Di pazienza sono dotato,
ma non certo all’infinito.
Quel che loro non comprendon,
è che un di sarà armageddon.

Non necessita,
calamità.
Sarà bastante,
un immolante.

Già dicea,
la mia muliera,
che suicideo,
io non saria.

Non nei geni,
io l’avrei.
La mutanza,
da costanza.

Ma una cosa,
non contava.
Cazzimmoso,
mi si creava.

Posso dunque,
sputtanare,
ubiquamente,
l’inappcare.

E’ un processo,
psicologico.
Non possesso,
ma ben logico.

Proiezione.
Rimozione.
Dell’Inappco,
son funzione.

La dialettica,
mi è genica.
Io la uso,
ma non sopruso.

Ma sputtano.
Questo sì.
E ben venga,
Quello di’.


A questo punto, dovrei riprendere a parlare seriamente dell’insiemistica imperiale.
In particolare vorrei andare più a fondo della questione della bilancia commerciale.
Ma credo che sia meglio dedicare un post specifico a quanto sopra, e riprendere domani con importazioni e esportazioni.


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