giovedì 1 gennaio 2015

2015 01 01 - Estinguiamoci, che facciamo un favore all'universo






Le Clofrenì
(Les Claufrenìes)


Estinguiamoci,
che facciamo un favore all’universo.


Ci vuole un cuore bambino
per alleviare il peso di un’anima antica.
Ci vuole la meraviglia di bambino
per rendere giustizia alle mirabilie del mondo.



Milano, 1 gennaio 2015

Claudio Aroldi












1          Presentazione


Avevo pensato a tanti possibili titoli, sottotitoli, addendi, spiegazioni e altro, tra i quali :
Pensieri  estinzionisti.
O Miapocalisse.
O dialoghi  ricreazionisti.
O “un cuore bambino e un’anima antica”.
O “Sette 7 giornate di innesti ricreativi, e 10 mandamenti prescrittivi”.

Poi mi sono reso conto che erano tutti tentativi di edulcorare il messaggio di fondo.
Ragione per la quale, ho scelto il titolo che ho scelto.
Che va diritto al cuore, del problema e del moribondo, il mondo.

Spero vivamente di essere riuscito ad essere infantile.
Di essere riuscito a guardare le questioni con gli occhi del “Fanciullino”.
Non tutti sanno che “ci vuole scienza, ci vuol costanza, ad invecchiare senza maturità”, cantava Guccini.
E questo è importante, perche solo un cuore bambino riesce infine ad alleviare il peso di un’anima antica.
E solo la meraviglia di bambino rende giustizia alle mirabilie del mondo e dell’universo.

Devo dire che ho deciso di impiegare le vacanze per scrivere quanto di seguito.
E’ una bella forma di vacanza.
Un viaggio nei pensieri, che tra l’altro mi sembra più consone allo spirito delle feste a cui si ispirano le vacanze.
Insomma, mi sento di esortare tutti quanti.
Invece di farsi sfruttare come neoproletari dei nostri tempi, vale a dire come consumatori, provate anche voi ad impiegare il tempo per strutturare i vostri pensieri.
Vedrete che è meglio della psicanalisi.
Anzi, vedrete che voi siete i migliori psicanalisti di voi stessi, se non gli unici possibili.
E vedrete anche che farete girare una migliore economia.
L’economia, la buona amministrazione, della ragione.

Infine, voglio dire che da giovane ho sempre avuto la passione per la filosofia.
L’avrei studiata, ma mio padre mi indusse gentilmente ad avere il terrore di diventare povero.
E mi costrinse a studiare economia.
Oggi a quasi 50 anni mi ritrovo a scrivere di filosofia, senza neppure nessuna base teorica strutturata.
E mentre io mi diverto a giocare con i pensieri e le parole, è l’economia globale che fa di tutto per renderci più poveri.
In termini di ricongiunzioni di opposti non è niente male.

Ci resta la certezza che con più conoscenza anche le paure sono meno spettrali.
E se anche dovessimo perdere un po’ di consumi, potremmo sempre guadagnare un po’ di pace.

Estinguiamoci ordunque.
L’universo ce ne renderà merito.


2          Numerologia dei contenuti


Prima ancora che sui contenuti mi soffermo sulla numerologia.
Perchè sono 7 gli innesti seguenti?
Sono sicuro che tanti penseranno ai 7 sigilli dell’apocalisse Wikipedia - Sette sigilli .
Oppure ai 7 vizi capitali.
Ma il riferimento più evidente è alla creazione.
Proveremo a immaginare 7 giornate di follia “screazionista”, vale a dire di creazione all’incontrario.
Con un prodotto finale che chiameremo ri-creazione.
Ma che in realtà può apparire piuttosto come de-creazione.

Offriremo un opposto della visione dominante, opposto che negli intenti di chi scrive dovrebbe riaccendere dimenticate paure ancestrali e divino rispetto per il metafisico in genere.
Nonostante tale “metafisico” sia una creatura prodotta dalla famosa dicotomia satanasso-aristotelica, rende comunque bene l’idea.

Per i mandamenti il riferimento è facile.
Sono “mandamenti” per evocare basilari strutture organizzative contra-legem Wikipedia - Mandamento (mafia) .
E sono mandamenti anche perché sono “mandati”, istruzioni, persistenti a tenere comportamenti e pratiche paradossali.
Sono 10, infine, perché 10 sono le loro antitesi.
I co-mandamenti.

Si osserverà quanta differenza possa fare un “co” in più o in meno.
Sempre ricordando che i co-mandamenti hanno quel “co” anche in ragione della loro valenza simultanea.
Sono tavole della Legge, di una unica legge.
E non posso adeguarmi solo a qualcuno di essi.

Ma soprattutto si osserverà il fatto che in antitesi ad una legge unitaria, basta perseguire con determinazione uno solo dei “mandamenti” per ottenere buone possibilità di estinzione.

In sintesi : rompere è più facile che creare.



3          Spin-off di entropicelle.


Le Entropicelle sono le particelle elementari che compongono l’entropìa.
Uno dei principi ispiratori di questi scritti è l’obiettivo di accelerare l’entropia cognitiva.
In un ormai costante e sempre più pervasivo stato di “casino” globale, lo scopo degli scritti è offrire una visione di una accelerazione, estremizzazione, proprio di tale casino.
In tal modo, si spera che si  suscitino reazioni opposte.

Accelerare l’entropia serve anche a vedere se l’energia si convoglia su di una qualche dinamica dominante.
Per vedere se dal caos emerge l’ordine.
E’ una forma di evoluzione con la centrifuga.
Separando parti di pensiero pesante, da nugoli di particelle pensative leggere, si può arrivare a distillare un pensiero “di peso”, vale a dire degno di nota.
Si separano così anche le parti di oro dalle sabbie, e in genere materiali a diverso speso specifico.
Accelerando il moto rotatorio entro certi parametri, le parti più leggere saranno soggette a forza centrifuga e andranno verso l’esterno, mentre quelle più pesanti cadranno verso il centro attratte da una forza di gravità che sollecitata dalla rotazione ne determinerà un moto centripeto.
Se funziona per l’oro, in teoria funzionerà anche per le idee.

Vista anche  la recente divulgazione di alcuni postulati di psichiatria quantica, è oramai noto che il pensiero genera onde fisiche, o meglio ancora, è fatto di sostanza rispondente ad alcune leggi della fisica.
In tal contesto, quando riscontriamo pensieri confusi, possiamo ricondurre il tutto a forme di pensiero composti da entropicelle.
Queste entropicelle sono parti cognitive leggere, a basso gradiente di massa intellettiva Wikipedia - Gradiente di concentrazione.
Possiamo dire che sono particelle frivole.
O di facili costumi, se preferite.
Il che vuol dire che nel flusso di moto rotatorio di cui sopra è possibile, in teoria, disperderle nell’infinita assenza di gravità dello spazio senza che possano più riaggregarsi.

Chi leggesse questi scritti, forse resterà un po’ frastornato.
Forse offeso.
Probabilmente sconcertato da alcuni sprazzi non proprio benpensanti.
E forse qualcuno assimilerà l’utilità della rappresentazione per eccessi.

Oltre all’impatto retorico, è utile considerare alcune esposizioni come delle possibilità reali.
In tal caso dovrebbero suscitare un vitale senso di orrore.

Quanto scritto non è dunque per offendere la morale comune, ma semmai per sollecitarla ad un più congruo sentimento di indignazione globale.

Qualcuno mi pare, già enunciò un simile concetto definendolo “risveglio della ragione”.



4          Considerazioni metodologiche


Si tratta di dialoghi sempre tra gli stessi due soggetti.
Che poi saremmo il Padreterno ed il sottoscritto.
Devo confessare che io ci parlo piuttosto spesso.
E a volte mi regala proprio delle belle conversazioni.

Nella trascrizione di alcune di esse, mi sono risparmiato le virgolette.
Sono un arcaico simbolo letterario, appropriato solo in scrittura lenta.
Invece, seguire e cercare di materializzare il pensiero di Dio richiede grande velocità.
Nel fluire della sequenza dei tasti si percepisce il tentativo di inquadrare singole frasi o parole, che in realtà hanno senso solo in un insieme liquido.
E cioè solo nel lungo fiume della trascrizione di idee fluttuanti, lampanti, sguscianti.
Questo è l’obiettivo ultimo: cercare di incanalarsi sincroni al Grande Flusso. 
La fede, in qualsiasi personalizzazione si manifesti, è roba grossa.
Cercare di metterla “in riga” non è mica uno scherzo.
Insomma, la virgoletta rompe i coglioni.
Perché rompe il ritmo.
Mentre qui cerchiamo di seguire il flusso ideativo mediandolo con meno ostacoli possibile.

Utilizzo invece spesso degli a capo con una interlinea in mezzo ai paragrafi, per inquadrare piccole cornici concettuali.
E devo dire che sono quasi un feticista degli “a capo”.
Perché trovo che la lettura di frasi cadenzate il più possibile mono-riga sia ritmicamente più “impressive”, vale a dire che ti si imprime in testa più facilmente.
E’ un po’ come disse  Jovanotti: la ritmica di quattro quarti è quella più congeniale, perché fa rima con il respiro del cuore.
Ecco, secondo me la scrittura mono-rigale è quella più congeniale perchè fa rima con il palpito, che assomiglia al pulpito, del “φρήν” (phren, cervello)
Ogni “paragrafo” vorrebbe racchiudere un concetto idealmente scolpito con, e in, poche frasi.

A volte il soggetto è Dio.
A volte il sottoscritto.
Chi leggesse perdonerà una certa “intermittenza del soggettivismo” che potrebbe rendere difficile capire subito chi parla e chi ascolta.
Ma chi leggesse potrà consolarsi pensando che sta facendo un esercizio di flessibilità frenico-sintattica.

Infine, i dialoghi e il pensiero potrebbero durare all’infinito, ma come tutte le cose, tirandole troppo in lungo finiscono per rompere i coglioni.
Per cui nello specifico ci limitiamo ad alcune decine di pagine.
Anche questa è modernizzazione letteraria, almeno nelle intenzioni.
In un mondo con poco tempo a disposizione per concentrarsi su di un singolo argomento, si deve cercare di comprimere concetti senza dilungarsi in autoreferenziali maratone narrative.
Quello che segue mi pare un buon tentativo.
Mi pare di avere perseguito e ottenuto una buona densità concettuale.
E al tempo stesso, rileggendo moltissime volte, mi sono ritrovato in più di una tornata a strapparmi un sorriso.


5          Prologo. L’innesto zero, prima dei tempi dei tempi.


“Claudio svegliati. Ti devo parlare”
“Si, eccomi sono sveglio. Che succede?”
Claudio, penso che mi sono sbagliato. Dammi il tuo parere.
Ho appena assistito all’ultima follia del vostro genere umano.
Centinaia di bambini sterminati a scuola, in nome di una qualche rivolta dal presunto divino appoggio.
Ma io non ne sapevo niente e meno che meno l’avrei supportata.
Come si permettono questi umani non solo di nominarmi invano, ma addirittura di usarmi per fini di evidente derivazione diabolica ?
Non vi è lampante che soltanto la zampa del diavolo può indurvi ad uccidere la vostre progenie ?
Che poi a che vi serve sparargli, a questi bambini ?
Siete già parecchio bravi ad affamarli o a farli morire di malattie di ogni sorta.
Volevate essere più rapidi, più efficienti ?
Sto pensando che forse è giunta l’ora di darvi qualche dimostrazione di quella che chiamate la mia onnipotenza.
Di farvi vedere quanto efficiente posso essere io se decido che avete esagerato abbastanza.
Di come possiate venire cancellati con un solo soffio.
Con un afflato estintivo, per così dire.
Che mi dici ?

Signore, non ti pare fuori luogo chiedere a me cosa penso di siffatti universali argomenti ?
Come la penso io non lo dovresti già sapere ?
In ogni caso si dice che ci hai fatto a tua immagine e somiglianza.
Ma forse hai dimenticato qualche pezzo.
Perché io fatico a vedere il senso di quello che fa la tua lunga mano.
Eppure, seppur in tanta evidenza, c’è una cosa che ancora non riesco a spiegarmi.
L’essere umano non nasce cattivo.
I bambini di solito sono tutti buoni.
Magari qualcuno è aggressivo, ma non mi risulta che si manifesti da subito sterminatore.

Quindi, dove è che hai sbagliato ?
Cosa è che si attiva con la crescita ?
Ti sei forse dimenticato qualche gene ?
O ce ne hai messo qualcuno di troppo ?
Non te ne farei certo una colpa. Sono così tanti !
Ci hai fatto un Dna lungo come l’equatore.
Forse era meglio un po’ più corto ma un po’ più accurato ?

Oppure cos’è: è il diavolo che aspetta alcuni anni prima di mettersi all’opera ?
Signore, a me questa del diavolo sembra proprio una bella scusa.
In termini psichiatrici è una proiezione della nostra parte oscura; bella e buona.
Un soggetto esterno, o forse meglio esogeno, a cui delegare la responsabilità di ogni nefandezza.
Non dico che non esista, bada bene, ma dico piuttosto che se lo esternalizzo, dopo qualsivoglia porcheria sarà opera di un altro e in questa logica se ne potranno fare di sempre più grosse.
Tanto è colpa altrui.
Solo per fare un esempio, è per questo che nascono le guerre sante.
Perché in qualche modo le hai ordinate tu, o meglio forse le ha ordinate quel io-diavolo altro da noi, ma già parte di noi, che tu ci hai messo dentro.
Ma il punto è che sono sempre per delega.
Che faccia qualcosa di cattivo, o che sia innestato nella nostra anima, tu vedrai ben chiaro che per noi ogni cattiveria è sempre colpa di qualcun altro.
Forse è questo il grande errore : la legittimazione dell’idea di delega.

Adesso tu mi chiedi che cosa devi fare.
Se devi avviare l’apocalisse, presumo tu voglia dire.
Ma possibile che tu non veda ?
Lo hai già fatto.
L’apocalisse è quotidiana. E’ onnipresente, sin dalla notte dei tempi.
Sta già succedendo.
Anzi, spesso mi pare già miracoloso che noi, come genere umano, siamo arrivati fino a dove siamo oggi.

Da quando esiste l’essere umano esiste anche il suo Caino.
Ti rendi conto che hai creato un malato strutturale ?
La tua è una creazione schizofrenica.
Che divide.
Da quando ti sei manifestato ci hai separato dal resto, ma al tempo stesso pretendi che ne siamo parte.
Adamo ed Eva.
Caino e Abele.
Io e altro.
Uomo e Dio.
Fisica e metafisica.
Ti rendi conto che sono tutti opposti che per natura, o per socializzazione, sono in conflitto ?

E adesso vorresti sterminarci ?
Con che utilità ?
Per ottenere cosa ?
Io credo che ti possa risparmiare la fatica.
Se ci lasci fare, a olocaustarci ce la possiamo fare benissimo da soli.

Signore, al tempo stesso io nel genere umano continuo a vedere un bagliore.
Una luminescenza, come in una lampadina appena spenta.
Una luce in fondo al tunnel della sua identità individuale infinitamente autodistruttiva.
E parlo dell’identità dell’individuo, perchè è quella che per autoaffermarsi è capace di cannibalizzare il suo prossimo, in senso metaforico o reale.
Oltre quella, c’è una porta.
Un’apertura all’evoluzione, che ci possa ancora condurre alla civiltà dell’intelletto.
Ad essere sincero non so nemmeno perché te lo dico.
A volte non vedo l’ora che arrivi il Grande Botto e la finiamo li.

Ma comunque c’è qualcosa di più grande dell’identità autodistruttiva.
C’è una forza che ci spinge ad andare avanti.
A progredire, nonostante tutto.
A riunirci in varie società, le quali vivono di vita propria indipendente da quelle dei singoli.
La demografia : sono sicuro che tutti sanno che fino a inizio 1900 eravamo circa 1 miliardo.
Adesso siamo 7 miliardi.
Perché?
Tutti diranno che è la medicina, il progresso, il cibo.
Ma questa è una visione davvero uomo-centrica.
Io non credo che sia vero.
O almeno non del tutto.
Non date le proporzioni del fenomeno.
Ad un certo punto il genere umano ha preso a moltiplicarsi più velocemente a prescindere da cibo e medicine.
Si pensi alla Cina. Come sono diventati più di un miliardo prima della loro nuova rivoluzione industriale ?
E l’Africa di quali medicine e cibo ha beneficiato ?
Ebbene, io penso che se ci astraiamo dall’individuo e pensiamo a tutto il genere umano, esso abbia raggiunto ad inizio 1900 la sua fase adolescenziale.
Con conseguente sviluppo della struttura ossea portante e relativa copertura tessutale.
E se la vediamo in quest’ottica possiamo anche dire che alla fase della pubertà devono seguire quella della responsabilità e quella della maturità.
Ma è pur vero che per arrivarci, si deve sopportare un periodo tutto “ciccia, brufoli e presunzione”.

Per tutto questo, io l’apocalisse la sospenderei.
Anche se certe volte….
Ma forse c’è ancora speranza.
Nel qual caso val la pena di aspettare.
O forse invece non ce ne è più, nel qual caso ci apocalisseremo da soli.
Se la speranza è finita, l’apocalisse te la recapiteremo noi stessi in dono, come uno spettacolo di teatro-verità.
Uno street-show a cui potrai comodamente assistere dall’alto dei cieli.

Devo però dire che esiste un limite anche alla tolleranza.
Diciamo che possiamo tirare la corda fino ad un certo punto.
Anzi, in termini cosmici  io vedo due punti limite.
Il primo è il punto in cui il mondo ci rigetterà.
Forse ne parlerò anche più avanti. Me lo conservo come gran finale, happy ending, orgasmo del nuovo olocausto.
Il secondo è quello in cui sarà l’universo che ci rigetterà.

Come la volti e come la giri, è assai probabile che qualcuno ci rigetterà.
Come un sistema immunitario con un virus o con un tumore, verremo espulsi dal creato come corpo estraneo non soltanto moralmente indegno di farvi parte, ma soprattutto fattore di disturbo interstellare.
A quanti è mai venuto in mente che tutta la sofferenza che produciamo genera onde, in principio psichiche ma che in seguito veicoleranno onde in genere, che si diffondono oltre il pianeta e l’atmosfera?
Come un campanello di allarme, un segnale di pericolo che l’universo continua a ricevere o assorbire, in apparenza impotente.
Una configurazione di energia cosmica negativa, che per sua natura ne attirerà di più negative.
Pensate ad un lamento universale : Ah…,ah….,ah,….
E che palle!
Un giorno il cosmo si romperà i coglioni e ci azzittirà.
Senza arrivare ad immaginare alieni che vengano a distruggerci esasperati dalla nostra distonìa, è dunque bene pensare al costante fremito di dolore che emaniamo.
Prima o poi tornerà indietro.
Come se fossero onde sonar, prima o poi rimbalzeranno e torneranno indietro.
E se anche non dovessero tornare indietro tanto presto, è una vibrazione negativa in costante trasmissione dalla terra.
Il cui rimbalzo prima o poi ci colpirà come Gran Ceffone tiratoci in faccia col dorso della mano.
Per questo mi piace provocare, ma non troppo, dicendo “estinguiamoci, così facciamo un favore all’universo”.
Eviteremo così di diffondere un fastidioso ronzìo, come quello di una grande zanzara destinata a farsi  schiacciare per naturale ordine delle cose.

Ho letto da qualche parte una interessante teoria.
Il sole è una stella di tipo pulsar che pulsa, bella forte, ogni 12.000 anni.
Tra i 12.000 anni e quelli successivi non so bene cosa faccia, ma è verosimile che non stia fermo immobile.
Tempeste solari, radiazioni varie, macchie, rotazioni polari.
Insomma, un bel casino.
Normalmente ci viene propinata una versione edulcorata del pericolo che tutto ciò rappresenta, per lo più imperniata sul concetto di radiazioni, le quali verrebbero però in buona parte bloccate dalla nostra atmosfera.
Nessuno parla di gravità. Di onde gravitazionali, di gravitoni, che contrariamente alle radiazioni sono quanto mai “fisiche” e poco ottiche. Non è solo roba che si guarda: è roba che si sente come un pugno allo stomaco.
Tutta roba che si manifesta su scala temporale cosmica, il che comporta che possa reiterarsi con un pattern temporale lungo per noi, ma breve per lui.
Per Elo, citando un comico di alcuni anni fa.
Elo, come “Quelo”. Ma Elo è anche come Elios. Il dio Sole, appunto; quello di antichi culti, mitraici e no, e di proto religioni.  Spesso appaiono più concretamente reali di quanto crediamo.
Ma non c’è bisogno di scomodare una metafisica soprannaturale.
Per ora ci basti restare ancorati ad una quanto mai fisica concezione astrofisica del nano dimensionale sistema solare.

Tornando ai macrocicli ondifori, il punto è che quando il sole pulsa, emetterebbe onde gravitazionali che spazzano l’universo circostante proprio come uno tsunami.
I pianeti vengono colpiti, e come palle da biliardo si allontanano dal sole per poi riavvicinarsi alle orbite precedenti, come legate dall’elastico della gravità.
Ovviamente tutto quello che c’è sulla palla da biliardo viene spazzato via.
Questa sarebbe una spiegazione a fenomeni come l’estinzione dei dinosauri, gli spostamenti di asse terrestre,  forse le glaciazioni. Non so bene.
Addirittura pare che sia possibile una qualche forma di controllo del fenomeno grazie a tecnologie dono di esseri non-terrestri.
E pare anche che ne abbiamo già usufruito per fronteggiare reali alterazioni gravitazionali che ci hanno toccato.
O forse erano orbitali attrazioni antimateriche. Buchi neri. Non ricordo bene.
A questo punto, io continuo ad osservare la tragedia della condizione umana, ovunque martoriata, e mi chiedo alcune  cose.
  1. Abbiamo fatto bene a salvarci o a essere salvati ?
  2. Possibile che la memoria umana sia così corta e che adesso ci sia una eruzione pan terrestre di violenza peggiore di qualche tempo fa? Peggiore di quando ancora avevamo paura dell’infinitamente grande o dell’infinitamente piccolo ?
  3. E infine è possibile che la memoria umana non sia corta, ma solo troppo giovane per apprezzare l’avvenuta sopravvivenza ? E in tal caso, quante volte ci è venuto il desiderio di schiaffeggiare insolenti ragazzini incontrati per caso ?
Sembrano banalità.
Lo sono.
Forse più che banalità si potrebbe chiamarle considerazioni dalla “normalità”.
Dalla dimensione spazio temporale della normalità.
Ma dalle risposte a queste domande deriva la volontà di perseverare nel tentativo di evoluzione o accelerare il già vigoroso processo diretto verso la nostra estinzione.
Una cosa è certa.
Se davvero ci estinguessimo all’universo non solo faremmo un favore, eliminando quel fastidioso ronzio di dolore che facilmente potreste percepire come assordante se relativizzato con il silenzio di vaste porzioni dello spazio.
Ma di sicuro non gliene fregherebbe niente a nessuno.
Chi crede che cambi qualcosa ? Chi crede che siamo soli?  Che siamo una specie eletta ?
Magari una qualche forma di elezione la avevamo anche ricevuta.
Ma di certo l’uso che ne abbiamo fatto, e stiamo facendo, è tale che i nostri “elettori”, divinità o alieni che siano, staranno progressivamente convogliandosi verso un percorso di astensionismo.
Insomma, di votare per confermare il risultato elettorale è verosimile che si stiano rompendo i coglioni.

E si ritorna quindi al punto del “problema delega”.
Dimentichiamoci il diavolo.
Il delegato ad essere cattiveria.
Il diavolo siamo noi. Prendiamolo come assunto, anche se non ci crediamo del tutto.
Se vogliamo salvarci lo dobbiamo fare per libero arbitrio.
La salvezza la dobbiamo scegliere noi.
Ecco, Signore.
Questo è il mio pensiero.

Come dici ?
Ti vuoi portare avanti ?
Hai organizzato le sette giornate di Camorra ?
Signore, non erano sette.
Ed era Gomorra. Con la G.
Non devi dar retta alle onde dei media che percolano attraverso le atmosfere terrestri o quelle satellitari.
Ho capito, senti parlare sempre e solo di camorra, cammurriate, ndrine, mafie e così via.
Ma quelli sono dettagli.
Sono tutte sfumature dell’unico problema.
Il problema di come è fatto il giovane, pubertoso, animo umano.
Si pubertoso. Così lo definisco io.
Ma tu dimentica ogni “oso”, per favore.
Quelle terminanti in “oso” sono desinenze umane perverse per loro natura.
Non mi risultano vocaboli primordiali a desinenza “oso”.
Dopo il ka, non c’è l’oso.
Sono tutti una sofisticazione, una adulterazione, umana.
Un po’ come gli “ismi”.
Tu, Signore, parla con parole tue.
Funzionavano così bene, tempo fa.
Ma comunque come pensi di fare ?
Cosa hai in mente ?

Hai in mente sette vagonate di  innesti ?
In sette giornate, vuoi metterci in testa quante più possibili idee suicidali o estinzioniste,  spacciandole come “pensieri stupendi”.
E vedere se li rigettiamo o li assimiliamo.
La chiami de-creazione, ma potrebbe essere anche s-creazione.
Ma il termine che ti piace di più è ricreazione.
Vuoi riprovare a rifare la creazione, ma al limite se non ci riesci puoi sempre goderti lo spettacolo del generale arrabattarsi della umana condizione, come una tua personale ricreazione.

Ecco un bell’esempio di valenza binaria della stessa parola.
Se ce la fai, ci reimprinti e ri-crei, e la parola ricreazione vale 1.
E se non funziona e non ci ricrei, vale 0.
Ma tu comunque ti ci sei “arricreato”, come si dice a Napoli.
Per il solo fatto di averci provato.
E’ la cultura del fare, direi.
Corredata da quella del “ciò che avviene conviene”.
E suggellata infine da quella del “tanto a me (o Te) o noi, che ‘nce ne fotte ?”
In ogni caso per te vale sempre qualcosa: o zero o uno, in fondo a te non cambia nulla.
E’ solo uno dei possibili circuiti da attivare o disattivare.

Mhh. Non è che proprio ti seguo.
Che vuol dire ?
Ma che, insieme alle onde dei media, ti sono arrivate anche delle ondate di stupefacenti ?
Ti prego, no!
No. Non mi dire che da “fatto Dio”, ti ritroviamo solo “Fatto”.
Che dall’ambrosia, dal nettare degli dei, ti dobbiamo ritrovare pregno di nettare di papaveri.
Come dici?
Devo stare tranquillo, perché tu sei immune.
Cercavi solo di farti capire, ma hai capito che non ci capiamo nemmeno tra di noi.
Ho capito.

Va bene, sto tranquillo.
Mi fido di te.
La tua teoria quindi, sarebbe di “spacciarci” sette bouquet (o forse meglio sette cabaret) di idee apocalittiche, e in quanto adolescenti pubertosi, per natura “bastian contrari”, noi dovremmo fare il contrario giusto per il gusto di contraddire e contrariare nostro padre.
Ma lo sai che potrebbe funzionare ?
Ma se non funziona ?
Come dici ?
Se non funziona tu ti godi la ricreazione e noi ci vediamo all’altro mondo.
Già.
Tanto ci siamo destinati comunque.
Brividi….saranno di paura o di emozione ?

Signore, ho una curiosità.
Perché vuoi usare l’unità di misura della “giornata” ?
Le sette giornate.
Perché non innesti tutto e basta ?
Ah, ho capito.
Fa parte di un processo di riassimilazione dei ritmi naturali.
Non dobbiamo solo reimprintarci all’ordine naturale delle idee assolute.
Ma anche alla consecutio temporum della loro essenza, intrinsecamente progettata per essere buona e giusta.
E’ la percezione umana, che in quanto imperfettamente incentrata sul visibile e tangibile, finisce per distorcere la realtà delle cose.
Basta allontanarsi un po’ e la prospettiva si allarga.
Vista da lontano, dallo spazio, la terra è azzurra e silenziosa.
Vista più da vicino è un paradiso terrestre.
Vista troppo da vicino, è solo terra da calpestare.
E così,  in effetti, la trattiamo noi.
Ma ogni cosa al suo momento, e non solo. Anche al suo posto.
Ho capito. E’ una specie di qui e ora cosmico, che in quanto cosmico deve diventare ovunque e per sempre.
Come dici ?
La giornata a cui ti riferisci, che hai in mente, è quella agricola ?
Sempre per riportarci all’essenza, pensi alla giornata piemontese, vale a dire alla superficie di terreno arabile con una coppia di buoi in una giornata.
In pratica pensi al numero di anime arabili, rivoltabili come zolle,  nelle naturali ore di luce di sette tornate.




6          Opposti e Normale


Il punto è ricomporre gli opposti e ribaltare le polarità.
C’è solo questa possibilità, dunque ?
Ribaltare il punto di vista ?
Ricomporre gli opposti vuol dire questo.
Il principio di fondo è sempre quello della loro ricongiunzione.
Se ricongiungo un negativo con il suo contrario, i due si neutralizzano.
Una specie di + e – logico-semantico.
Una volta ricongiunti, resta il neutro.
O statisticamente parlando, la normale.
E quel concetto apparirà per quello che è nella sua essenza, nel suo principio dominante.
Apparirà in quanto idea assoluta esistente per ciò che è e non per come viene percepita o enunciata.

Immaginiamo di partire da un dato di fatto e da questo di incatenare un ragionamento.
1.      La guerra viene fatta perché è necessaria, e quindi perché in qualche modo seppur perverso, è ritenuta bene o almeno utile.
2.      L’opposto è che la guerra è brutta, è male e normalmente si esorta a non farla.
3.      “Nettando” 1 e 2 dalle valenze soggettive o interpretative, si ottiene : “la guerra è guerra”. E chi mai la vorrebbe, se qualcuno non l’avesse caricata di aggettivi e significati strumentali?
In questa sequenza, però, al punto 3 non si arriva quasi mai, perché la guerra esiste già e nessuno, essendo in guerra vuole dare un vantaggio all’altro, sospendendo unilateralmente l’azione già intrapresa.

Immaginiamo ora una sequenza diversa. Opposta, per l’appunto.
1.      Siamo in pace. Oppure, non siamo in pace ma in teoria (facilmente condivisibile) la guerra è brutta.
2.      Ad un certo punto arrivi tu e dici: non è vero! La guerra è bella ! E allora ci dici: siccome siamo in pace, quindi facciamo la guerra! Tutti si cerchino la propria guerra! Tutti la creino e la alimentino. Sterminiamoci ! Atomizziamoci ! Polverizziamoci.
3.      La presunta bellezza della guerra risulterà talmente paradossale che tutti ne capiranno la follia.
E la guerra tornerà ad essere guerra.
Con la sua valenza intrinseca.
Mi pare chiaro, no?

Possiamo fare un altro esempio.
Pensiamo a un tumore.
Partendo dal fatto di essere sani, a chi verrebbe il dubbio che un tumore sia bello ?
Mentre se io chiedessi a un malato di tumore, di tipo molto lento a progredire, se ne preferisse uno fulminante, è probabile che lui mi direbbe che il suo tumore lento è bello e non lo cambierebbe con quello fulminante.
Ecco che il punto di vista di partenza, la prospettiva iniziale, fa tutta la differenza del mondo.
Forse opposta a questa visione, ci sarebbe solo quella di un medico che potrebbe lucrare facendo leva sulle maggiori paure legate al tumore fulminante.
Ma questo evidentemente non sarebbe “la normale”.

Ecco. Ci siamo arrivati.
Dobbiamo quindi provare ad innestare ove più possibile, dei vaccini di logica.
Dei principi attivi di normalità.
E per fare questo dici che dobbiamo utilizzare proprio il principio del vaccino.
Una piccola dose di virus, che stimoli l’autoproduzione di anticorpi.

Il tutto parlando di logica, e non di biologia.
La potremmo chiamare “Teoria del rigetto della follia”.
Etica, o almeno teoria, della normale.
O anche immunormalità.

http://it.wikipedia.org/wiki/Distribuzione_normale : In teoria della probabilità la distribuzione normale è una distribuzione di probabilità continua che è spesso usata come prima approssimazione per descrivere variabili casuali a valori reali che tendono a concentrarsi attorno a un singolo valor medio. Il grafico della funzione di densità di probabilità associata è simmetrico e ha una forma a campana, nota come Campana di Gauss (o anche come curva degli errori, curva a campana, ogiva).
La distribuzione normale è considerata il caso base delle distribuzioni di probabilità continue a causa del suo ruolo nel teorema del limite centrale. Più specificamente, assumendo certe condizioni, la somma di n variabili casuali con media e varianza finite tende a una distribuzione normale al tendere di n all'infinito. Grazie a questo teorema, la distribuzione normale si incontra spesso nelle applicazioni pratiche, venendo usata in statistica e nelle scienze naturali e sociali[1] come un semplice modello per fenomeni complessi.

Come dici ?
Certo che se ci pensi bene ti girano le palle?
Ci hai fatto dono di matematica e statistica, e noi ce ne fottiamo.
Addirittura ci hai donato il linguaggio, per diffondere la conoscenza. E noi sempre ce ne fottiamo.
Quest’ultima è una conquista così strabiliante da offuscarne tante altre.
Nessuno sa ancora bene come ci sia giunta.
Come sia stato che un singolo suono primigenio, passando per simboli cuneiformi, sia divenuto dittongo.
E noi la usiamo per costruzioni di significati (sistemi semantici) ad uso particolare, anziché assoluto.

E vuoi sapere anche io, Claudio, che ci sto a fare, se non continuo a predicare questa normalità che già fu chiamata aurea mediocritas.

Signore, e che, adesso vuoi vedere che è colpa mia ?
Grazie tante.
Ma perché non ci folgori e basta ?

Il giorno dopo
Ma sai che oggi mi sono svegliato, e tutto quel tuo lucido delirio mi sembrava quasi plausibile ?
Quando iniziamo con gli innesti ?
Quando partiamo con i logos vaccinatori ?
E con che cosa li rendiamo effettivamente visibili e virulenti abbastanza da scatenare la reazione degli anticorpi ?
Tu cosa hai in mente ?
Come dici ?
Iperboli e paradossi.
Ai ragazzi, ai giovani umani, servono immagini forti.
Altrimenti non ne risultano affascinati.
Ci vuole una manipolazione dell’eccesso e del contrario, che induca i componenti del gruppo ad una reazione normale.
Wow !
Mi piace.
E a chi la vuoi applicare ?
A tutti e 7 i miliardi di umani ?
Potremo dire che hai in mente uno psicodramma planetario.
Sempre le cose in grande, tu.
Altro che eminenza grigia.
Ti chiamerò Eminenza.
E basta.

Con cosa vuoi partire ?
Dici che non dobbiamo seguire un filo logico.
O meglio, il filo logico ci serve, ma ce lo dobbiamo tenere per noi.
Dobbiamo innestare a “casaccio apparente”, altrimenti qualcuno potrebbe capire il disegno.
Dobbiamo adottare una sorta di mimetismo semantico. (questa definizione l’ho già sentita: era mia).
Di crittografia ideativo-botanica. (Questa invece no, questa è nuova).
Ma che centra la botanica ?
Ah, già. Gli innesti.
E la crittografia ?
Dobbiamo frazionare il nostro pensiero ed innestarlo a sezioni, a pezzetti, nascondendoli secondo uno schema che si rivelerà solo alla fine.
Come con i codici di alcuni moderni cifrari: parti di stringhe di testo o di numeri o di formule o di suoni o di immagini, che sepolti in mezzo a montagne di analoghi dati, assumano senso solo se connessi in una sequenza predefinita che si capirà essere stata predefinita solo dopo che si sia realizzata.
Una specie di gigantesca partita a scacchi dove ogni mossa è una sezione di questo nostro formulario.
E alla fine di un processo di lento progressivo imprinting, uno dei due darà scacco all’altro.
Avendo attivato chissà quale diavoleria.

Scusa Signore, ma chi è l’uno e chi è l’altro ?
Ah. Dici che è sempre il genere umano.
L’uno è quello che si è evoluto
L’altro è quello che si è estinto.
Ah, però ! Estinto al passato; vuol dire che lo dai già per probabilmente scontato ?
Quindi mi stai dicendo che vuoi giocare agli scacchi di Darwin ?
Si certo, scusa.
A Darwin gli hai insegnato tutto tu.
Vabbè, ma posso almeno chiamarli schizoscacchi ? Scacchi schizofrenici ?
Sono quelli che alla fine ricongiungano l’umanità a se stessa, oppure la disgreghino perennemente in una esplosiva frammentazione che ci riporti allo stato originario di pulviscolo stellare.
Ti piace ?
Bene.
Quindi quando iniziamo?
Iniziamo lunedì ?
Ok.
Ore 07.00 lavati e mangiati ?
Come dici?
Ore 7.00 secondo chi? Secondo quale fuso spaziotemporale?
Dai, che hai capito.
Fintanto che vuoi che partecipi in questa mia condizione di umana corporalità, le 7.00 sono quelle di Milano Italia, dicembre 2014.

A proposito: ma per Natale abbiamo finito ?
Sarebbe un bel regalo per i miei 7 miliardi di co-specie.
Sempre se vinciamo noi.
Se invece va male e perdiamo noi,…..

Certo che la schizofrenia a volte è fastidiosa.
Sempre divisi tra tutto e il suo contrario.
Speriamo di non finire come i dinosauri.
O forse speriamo di finirci.

Tanto l’estinzione è questione di un secondo.
Poi passa e ci si abitua.

E per i cattivi, sarà una bella punizione: la fine del loro circo malato.
Mentre per i sofferenti, sarà la fine del dolore.
Non si ammazzavano così anche i cavalli ?




7          Il primo innesto: l’inquinamento è bello.


Violentare l’ambiente è etico, oltre che estetico. Wikipedia Ethos
Questa mattina mi sono svegliato, e un po’ di tutto ho respirato.
Fantastico !
Tutto gratis!
Mi son fatto di benzene,
Per colazione acroleine
Un po’ di radiazioni.
Ed un tumore tosto giù: ai coglioni.
Bello!
Il sesso non è più un fardello.
Mi rimane una strana voce.
Come un eunuco; mi mancan due noci.
Ma non crediate che sia una croce.
Posso cantare come un soprano.
Note belle, veloci.
A cosa serve ?
A niente, solo a far più alte le preci. 

La possiamo chiamare “la colazione dei campioni”.
Ma così è troppo frugale.
Ricordate : iperboli e paradossi.
Dobbiamo aggiungere qualche ulteriore diavoleria.
Un po’ di diossina?
Nella mozzarella, la bufalina.
Ma non vi lamentate.
Vi farete grandi disinfettate.
Con la giusta quantità di diossina, sarete ambiente ostile per gran parte delle malattie a ciclo organico.
Se sopravviverete, sarete parte dell’evoluzione della specie umana.
Selezione naturale, o quasi.
Selezione naturale chimico-adiuvata.
O forse diremmo piuttosto “selezione innestoguidata”.
Dovrete temere ancora l’olocausto nucleare, che di organico non ha nulla.
Ma già così non è male.
E’ provato che i virus scapperanno altrove.
Non vorranno mica finire sciolti nel vostro sangue acido.
Sono mica scemi, loro.

La diossina ha un che di inquietante già nel nome.
Signore, ci sei ?
Non è che è opera tua ?
Non è che nel mimetismo semantico vuol dire qualcosa del tipo “Dios si y na” ?
Dio si e no.
Non è che è una specie di intermittenza delle genesi?
Qualcosa del tipo :”ricordatevi che per voi io posso esserci o no ?

Per inciso, tornando all’olocausto nucleare, non è mica solo deflagrante.
C’è anche quello percolante.
Surrettiziamente strisciante ovunque.
Meno male che quando andiamo a fare le radiografie ci mettono il grembiule di piombo.
Così si che siamo protetti da tutte le radiazioni.
Potremmo adottare la stessa logica anche da noi stessi.
Per prevenire il tumore al seno, un bel reggiseno di ghisa.
Per prevenire il tumore alla prostata, un suppostone di ferro.
Per prevenire le leucemie,  un pulviscolo di piombo.
Tutti piombati peseremmo anche di più e ci faremmo anche i muscoli.
Il tumore ti regala il fitness.
Che volete di più ?

Subito mi viene in mente un’altra chimico-diavoleria evocativa.
L’eternit.
Ma questi inventori qua sono dei geni.
Ad essere raffinati potevano anche chiamarlo “Imperitur”.
Il latino avrebbe dato un tocco di classe.
Comunque questo è tumore garantito per tutti i secoli dei secoli.
La bonifica ?
E dove lo metto tutto questo amianto ?
Etern y t : Eterno nel tempo (francesismo).
Beh, visto che è eterno lo sbatto sottoterra, in modo che vada pervasivamente in ogni falda possibile .
E per tutti i secoli dei secoli.
Avremo così delle funzionali acque pesanti.
Entrando in acqua, l’Imperitur sarà soggetto ad evaporazione.
Evaporando diventerà pioggia.
E piovendo ci ricadrà in testa.
Stanno facendo dei test per un nuovo lancio di marketing.
Ci sono studi altamente specializzati, ma soprattutto manipolati, che confermano che fa crescere i capelli.
Solo che succede in un arco temporale di 200 anni, per cui chi muore prima non se ne accorge.
In pratica possiamo dire che è sicuro che faccia ricrescere i capelli.
Tanto nessuno potrà mai dimostrare il contrario, e soprattutto nessuno potrà formalizzare reclami di sorta.
Il marketing ha qualcosa di divino, in effetti.
Spesso subliminalmente, per lo più artificiosamente, è moderno creatore di falsi miti e credenze.

Quindi, l’inquinamento non solo è bello !
E’ anche utile !
Figata !
Mentre ci aiuta ad evolvere verso configurazioni post-umane selezionate più resistenti, fa anche girare l’economia.
Come farebbero tutti quegli oncologi senza di noi ?
E gli ospedali ?
Cosa succederebbe senza inquinamento ?
Quanti disoccupati ci sarebbero ?

Per non parlare delle bonifiche.
Tuttifrutti pronti da cogliere per ogni camorra o mafia o criminalità organizzata.
Che inizieranno così un lucrosissimo business di apparente smaltimento, incernierato sui cardini della delocalizzazione.
Delocalizzeranno dai tetti ai terreni.
Dai terreni del nord a quelli del sud.
Dai treni “finto-carichi” a destinazione Germania, che pagheranno con vagoni di fatture false, ai treni “vero-pieni” di uranio impoverito o arricchito, destinati ai pascoli delle bufale.
Perché solo la diossina nelle mozzarelle magari non era abbastanza.
La sanità, campana e no,  richiedeva più tumori.

Eppoi non vorremmo mica restare vulnerabili all’afta epizootica o al morbo della mucca pazza.
Noi i virus li combattiamo per “deterrenza”.
Altro che vaccino.
Quando un virus si avvicina ad una nostra bufala inizia a sentirsi tremare, si illumina di radiazioni e subito capisce che deve correre altrove.
E’ solo dopo che la minaccia del virus è scomparsa, però, che noi ci accorgiamo che la bufala è già morta.
Ma che ci frega, ci facciamo dei begli hamburger surgelati.
O ci facciamo maialini sardi per il mese di agosto.
O alla peggio la mandiamo a spezzatino nelle valli lombarde a far da capriolo per le vacanze di Natale.
Chi volete che si metta a fare il conto di quanti piatti di capriolo vengono venduti rispetto alla superficie di prato da pascolo disponibile ?
Certo, se lo facessero dovrebbero trovare più caprioli che mosche.
Ma noi puntiamo sulla disinformatio-gastronomica.
Prima se magna e poi, forse, si conta.

Avanti così !
Lancia in resta, alla carica.
Non è mica finita qua.
Manca il colpo grosso: gli idrocarburi.
Gli idrocarburi sono composti organici che contengono soltanto atomi di carbonio e di idrogeno.
Signore, ma mi vuoi dire che siamo nati dal ciclo del carbonio e moriremo soffocati nel carbonio ?
Questo è contrappasso universale, direi con ragionevole certezza.
I gas serra, la CO2, il riscaldamento globale.
…..
Claudio, ma stai sempre a lamentarti ?
Che problema c’è ?
Si sciolgono i ghiacci ?
Che ti frega, tu sei terrone.
Non ti piace il caldo ?
Eppoi, ti troverai in centro a Milano “Les pieds dans l’eau”.

Ma Signore, veramente mi troverò a Milano ” tout-moi dans l’eau”, non solo i piedi.
Come che mi frega ?
Ah dici che così dovrò imparare a nuotare incessantemente per centinaia di chilometri.
Potremmo sempre aspettare l’esperto di marketing di turno, e spacciarli come corsi gratis di nuoto per tutti.
E potremmo fare olimpiadi perenni, tutto l’anno.
Così possiamo vendere i diritti televisivi facendoci pagare off-shore 365 giorni su 365.
Come sei avanti, Signore.
Solo la formula uno e i campionati di calcio si sono avvicinati alla tua magnificenza.
E in effetti, secoli prima, anche alcuni romani a cui piaceva farsi chiamare imperatori, che di corride e arene se ne intendevano.
Ma niente di così perfetto come una competizione perenne per la sopravvivenza.
Chi si ferma e smette di nuotare, ….affoga.
Live 24/7 on TV e altri media.

Signore, sai che a me è venuto in mente qualche altro motivo di orgoglio idrocarburico?
Più ne consumiamo e più gassiamo tutto il mondo.
Ho capito dove vuoi che arriviamo.
Ho capito: i lager erano un progetto pilota.
Tu vuoi una planetaria doccia di gas.
Ma sai che hai ragione.
Anche questa è selezione della specie.
Come nei lager, appunto, dove una persona su qualche decimigliaia per chissà quale caso sopravviveva pure.
Certo che sei molto bravo con gli esperimenti di chimica e biologia.
Hai fatto gassare 6 milioni di persone, e non ci hai ancora evoluto tanto da farci nascere con la maschera a gas congenita. Adesso capisco perché.
A proposito, chissà quanto pensavi di insistere ancora, se non avessero fermato quel piccolo pazzo nibelungo.
E chissà quanto vuoi insistere adesso, a deviare la testa di quelli che sanno che esistono tutte le tecnologie necessarie, ma se le conservano per fare soldi.
Perché non gli spieghi che i soldi uccidono ?
Perché non vedono la luce ?
Che aspetti ad accendere l’”interruttore della ragione”?

A proposito, ma lo sai che adesso estraggono petrolio e gas dalle rocce sostituendoli con acqua a pressione ?
Lo sai che con la differenza di densità, riusciamo a sfasciare pure la crosta terrestre ?
Pensa che riusciamo addirittura a fare i terremoti.
Come te !
Ma questa è una cosa buona. Anche questa fa girare l’economia.
Dopo ogni terremoto si deve ricostruire.
Tranne che in Italia, dove dopo ogni terremoto si fanno sparire subito subito tutti i soldi, e poi si prega per una altro terremoto che rilanci l’edilizia convenzionata.
Perché non ci vuoi accontentare ?
Perché non ci mandi un terremoto al mese ?
Anzi, no.
A settimana.
Che se aspetti un mese magari qualcuno si riorganizza e riesce addirittura a tirare avanti.

Sai che a me è venuto in mente anche un altro fattore di orgoglio ?
Non solo alteriamo la distribuzione delle densità della superficie terrestre.
Ma anche il peso !
O forse meglio la massa, che soggetta alla gravità, diventa peso.
Eh già.
Se noi estraiamo liquidi e li bruciamo, anche sostituendoli con acqua (che per altro già c’era sulla superficie terrestre), non riusciamo a non trasferire peso dalla terra alla atmosfera. O addirittura oltre.
Quanto ci metteremo a spostare ancora un pochino l’asse terrestre ?
Non bastavano le esplosioni nucleari ? Dovevamo per forza inventarci qualcos’altro.
Qualcosa di più subdolo, che si ammassa di particella in particella, restando quasi impercettibile ma sempre in accumulo.
Ci sarà un giorno in cui una molecola di idrocarburo verrà estratta, raffinata, bruciata e infine depositata in atmosfera.
La possiamo chiamare la “particella di Dio”, questa si.
Ma non è la particella isolata tra le vibrazioni originarie del Big-Bang.
O il bosone di Higgs.
E nemmeno il gravitone.
Infatti, possiamo anche chiamarla la “particella del coglione”, intendendosi per coglione l’essere umano.
Questa sarà la molecola marginale di CO2 che spezzerà l’equilibrio esistente e ci farà partire alla deriva nello spazio.
Due sono le destinazioni possibili.
O attratti verso il sole per il più grande barbecue mai visto in tempi recenti nella galassia.
O sputati verso il vuoto dove in assenza di gravità, pesi e contrappesi, finiremo alla deriva come naufraghi in una crociera dell’infinito.
PS : devo togliere la parola naufraghi: è disfattista.

Cos’altro possiamo dire sull’inquinamento ?
Ah ecco.
Ci sono degli acclarati sovversivi che sostengono che potremmo vivere di energie pulite.
In realtà sono tutti dei reazionari.
Brutta gente: persone orientate al di loro e di tutti tornaconto, guidati da vetero-postideologie orami conclamatamente realizzabili.

No, Signore. non credo che tra queste energie pulite parlino della fissione nucleare.
Quella è pulita fino a che non si sbaglia qualcosa e allora ci si accorge che sembrava pulita, e invece era sporca.
Un po’ come quando si nasconde la polvere sotto un tappeto.
Oggi sembra pulito ma se per caso si sposta il tappeto appaiono i montarozzi di scorie radioattive.
Si, capisco. E’ per questo che ti piace.
Un colpo secco e … via : tutti in nuvole di cenere nucleare.

Comunque no, questi sedicenti tecnocrati (nel senso che sono tecnicamente competenti) parlano di eolico, solare, e  idrogeno.
Signore, qua dobbiamo reagire e anche in fretta.
Nella loro sedicenza continuano sempre più a diffondere conoscenza.
E la gente inizia a credergli.
Eppoi non si sa mai che inventino qualcosa di ancora più evoluto.
Dobbiamo organizzare un “colpo di status-quo”.
Sovvertire lo stato delle cose.
Sabotare l’onda lunga ambientalista.
E aspettare l’onda lunga dell’artide che ci affondi: pinguini, delfini e umanini tutti a fare surf sulla grande onda che tutto sprofonda.
Ho pensato a tutto io.
Noi attacchiamo di nascosto degli atomi di carbonio al loro idrogeno.
E quando parte l’auto a idrogeno, in realtà viaggia ad idrocarburi dissimulati.
Loro pensano di emettere acqua e invece di H2O come per incanto continuano a emettere C2O.
Vedi? E’ sempre il principio del mimetismo.
Semantico, scientifico, chimico: è uguale.
Perché così tutto resta come prima.
Basta spostare il 2 e far finta che la C sia una H.
Possiamo anche individuarlo come una sorta di mimetismo anglo-chimico.
Sai, anglo come per dire gli inglesi.
Quelli con un sacco di H che non sono mute, come le nostre, e nemmeno sorde.
Ma che messe o tolte dal posto giusto fanno la differenza.
Sai roba tipo hill e ill.
A noi italiani non sembra che ci sia differenza, ma per colpa di un hacchina del piffero, invece che su di una collina ci possiamo trovare malati in ospedale.
Comunque una volta definitivamente sconfitti, questi  sovversivi, naturalmente, vincono un bel soggiorno perenne di lavoro.
Forzato.
Tutti a soffiare 24 ore su 24, per cercare di spingere l’inquinamento fuori orbita.




8          Il secondo innesto : la fame fa bene.


Natività e consunzione
Questa è lampante.
Ci arriva anche un bambino.
Ops, mi sono sbagliato.
I bambini sono quelli che muoiono prima di fame.
Ad “arrivarci” può essere che non facciano nemmeno in tempo.
Ma comunque.
La fame fa bene perché controlla la progressione demografica.
Si, vabbè.
Che mi frega.
Più siamo e più soffriamo.
Più soffriamo e più fremiamo.
Più fremiamo e più emettiamo uno spettro vibrale negativo.
E più, prima o poi, ci tornerà indietro uno tsunami di energia negativa.
Che produrrà altra sofferenza.
Che alimenterà il ciclo.
Oh! Finalmente un po’ di coerenza.
Volevate una valle di lacrime? Eccola qua.
E ricordatevi : il Karma è una puttana.
Ed è pure una puttana ingorda.

Ma oltre a questo, possibile che non ci arriviate da soli, voi umani ?
Più di voi ne muoiono e più carcasse avete a disposizione.
Ma come è possibile che in tanti millenni non ci siate arrivati?
Come è possibile che non riusciate ad imparare nemmeno ora che avete National Geographic per tutti via satellite?
Cosa c’è di così difficile da copiare da iene e avvoltoi ?
La chiave per un ecosostenibile protrasi del dramma umano è li a disposizione.
I morti ve li dovete mangiare.
Così saranno utili per tutti.
Necrofagia, per quei satanassi di antichi greci.
Che avevano già pensato a tutto. Anche se spesso in maniera dicotomicamente malata.
Certo, dovrete trovare il modo di conservarvi.
Di conservare i morti.
Non è che vi potete mangiare tutto insieme un fratello morto e poi aspettare un mese per mangiarne un altro.
In questo caso, non fate stronzate.
Non fate che non avete copiato le iene e ora cercate di copiare il pitone.
Ma insomma, per la conservazione la fate già con altri esseri.
Immagino striscioline essiccate o salate o congelate. Ossa bollite. E così via.
Il vostro stomaco è fatto per piccole razioni giornaliere.
E’ per questo che i bambini, ma non solo, muoiono di fame. Sapete ?
Voi umani siete fatti per fare rifornimento tutti i giorni.
Il vostro corpo, che tanto vi piace definire una macchina perfetta, ha invece una clamorosa imperfezione.
Deve mangiare.
Non siete diversi da una delle vostre automobili.
Non avete ancora raggiunto lo stadio in cui vivrete per fotosintesi epidermica.
E quindi se li fate mangiare solo una volta ogni tanto, ecco che i vostri fratellini li trovate morti stecchiti.
Ma tanto sono lontani abbastanza dalle telecamere, in modo che la vostra sensibilità non ne venga troppo “frappata” (francesismo, per dare un tono all’argomento).

Claudio, quasi quasi, organizzo un bello strumento di telecomunicazione.
Anzi, diciamo pure di “telesuggestione”.
Vi faccio vedere io come vi sensibilizzo.
Si, ci vorrebbe proprio una qualche forma di media che trasmetta a telecamere oculari.
Quello che vede, lo irradia in mondovisione direttamente nel subconscio dei voi 7 miliardi.
In un processo di imprinting a immagini, ogni volta che uno sta per addentare una coscia di pollo gli arriva un flash di un bambino coperto di mosche che lo guarda perché ha ricevuto l’immagine della coscia di pollo dalle telecamere oculari di qualcuno.
La coscia di pollo viene rielaborata dal cervello imprintato e invece del suo tipico profumino il cervello inizia a liberare auto-feromoni strutturati in maniera tale da essere percepiti come odore di merda.
L’umano che stava per addentare il pollo, lo percepisce come merda, lo lascia cadere e incomincia a vomitare.
Il veicolo di condizionamento resta attivo fino a quando il “mangiapollo” non fa una donazione, tracciabile,  di pari importo del prezzo del suo pollo per una qualche organizzazione che aiuti i bambini a mangiare.
A quel punto, gli si apre una finestra temporale in cui può mangiare la coscia di pollo.
Sempre ammesso che sia abbastanza evoluto cerebralmente da riuscire ancora a scindere l’odore normale di una coscia di pollo, da quello merdaiolo inviatogli con i feromoni condizionatori.
Questi ultimi sono la nuova frontiera della rivoluzione.
Li possiamo chiamare “Feromoni Guevara” o “Feromoni Robinhood” o, quella che mi piace di più è “Cong-feromoni”. O in maniera un po’ più ricercata : “Feroconghi”.
Sempre all’erta, sempre vigili, sono pronti in attesa che il “mangiapollo” cerchi di fare un nuovo pasto.
E quando egli si intraprenda al pasto successivo, se non ha pagato, faranno ripartire il giro di puzza di merda che alimenterà la  “pre-bulimia autoindotta”.
Vale a dire che inizia a vomitare, prima ancora che abbia messo in bocca alcunché.
A reiterazione sufficiente, ecco che il “mangiapollo” imparerà che per mangiare in santa pace deve fare la donazione a preventivo.
Acquisterà quindi dei “crediti antivomito” in misura proporzionale al cibo arrivato ai poveri a seguito delle sue donazioni.

Ma invece se volete ingozzarvi, allora fatelo.
Morirete e sarete altro cibo per altri fratelli.
Pensate che abbondanza !
Già che vi sapete conservare, possiamo immaginarne di ogni sorta.
Un bel gluteo per le domeniche.
Un polpaccio di martedì.
Femori bolliti al sabato.
E programmi, corsi e concorsi cannibalo-culinari in ogni media.
Un costante talk-talent show imperniato su questa neodisciplina nazionalpopolare che chiameremo: umanità  in cucina.
Dove umanità è il complemento oggetto. Ma anche il soggetto.
Umanità cucinata da cuochi umani.
Che prima o poi verranno anch’essi cucinati.
Già immagino nuove prelibatezze e nuovi cuochi all’opera con nuovi picchi di audience mai raggiunte prima.
Il cuoco cotto.
Fritture moriture.
Il più grande rognone.
La prova dell’osso e la prova del buco.
Il bollito tradito (si chiama così perché a volte qualcuno viene cotto a sua insaputa).

Eh, si. Ci hanno tenuti buoni per un cinquantennio, anche infarcendoci del mito della buona cucina.
Sono riusciti a farci passare il “mangiare bene” come un valore imprescindibile.
Partendo dai matrimoni, in cui il valore della donna era misurato spesso dalle sue capacità in cucina, sono riusciti a proiettarci in un decadentismo generale imperniato sul culto della prelibatezza.
Se non è decadenza o decadentismo questo….
Il culto della prelibatezza è una roba brutta.
E’ un simulacro di divinità.
Più mi sento importante e più vorrò mangiare cose che posso permettermi solo io.
Quando sarò Dio, potrò finalmente bere l’ambrosia.
Ed è predatorio: alla ricerca di cose sempre più rare, raffinate  e ricercate, si arriva alle oche del fois-gras, o agli storioni del caviale. O ai tartufi, cha altro non sono che tuberi puzzolenti venduti più cari dell’oro.
Ma non è solo questo: forme sempre più sofisticate di alimenti ricercati sono socialmente disgreganti.
Diventano obiettivo da perseguire.
E chi ha successo le raggiunge.
Mentre chi non può permettersele viene emarginato.
Trovo che sia  davvero parte della decadenza della nostra civiltà.
Siamo così decadenti che all’impero romano gli facciamo un baffo.
Bulimia e altri disturbi alimentari compresi.
Mentre la gente muore di fame.
Si dovrebbe pensare anche ad una redistribuzione delle risorse e configurazioni alimentari, non soltanto dei redditi.
Adesso però, l’abbinamento con la naturale aggressività umana post-infantile non potrà che rompere tale schema e proiettarci verso più alte vette di ideali sociali.
Dal “Franza o Spagna purchè se magna”, ci ritroveremo nell’era del “Franza o Spagna purchè nce si magna”.
In fondo quanto ci manca, perché alle prelibatezze già in voga oggi non vengano aggiunte pietanze come i gemellini di 2 mesi arrosto, o la verginella in crosta, o il brodo di bisnonna novantenne ?
E forse così, al rischio di finire mangiati vivi, rimpiangeremo di non trovarci come tanti muratori, in una più sostenibile era “der panino c’a mortazza”.

Claudio, adesso ti confido un segreto. Ma non facciamoci sentire.
Lo sai che da mangiare al mondo ce ne sarebbe per tutti ?
Addirittura ho letto da qualche parte di alcune recenti stime della Fao, mi pare, che parlavano del fatto che la terra “reggerebbe” fino a 14 miliardi di esseri umani.
Basterebbe adottare due principi di base :
  1. Una appena lievemente miglior distribuzione dei redditi e quindi del potere di acquisto di cibo.
  2. Una agricoltura più equamente sviluppata e diffusa.

Eh, si.
Claudio, la chiave non sta mica nell’allevamento.
Tra l’altro, il ciclo energetico di animali non allo stato brado è largamente inefficiente.
L’energia necessaria per il tempo di crescita, sommata a quella per la crescita e la produzione del cibo loro necessario, è enormemente maggiore dell’energia che sprigionano come alimenti.
Insomma è un ciclo “consunzionista”.
Nemmeno la pesca va bene. Perché i pesci prima o poi finiscono pure loro. Sorpresona, eh ?
Ma quello che non capisco è  come mai non riusciate a capire che la chiave è l’agricoltura.
Ci sono arrivate millenni fa alcune tribù di nomadi che capirono che a furia di mangiare selvaggina quella non faceva in tempo a riprodursi per la tornata successiva di pranzi umani.
E lo capirono così bene che, stufi di girovagare, si stanzializzarono.
E invece voi adesso, con tutti i vostri scienziati, continuate a divorarvi l’ecosistema come se niente fosse.

Claudio, parliamo tra di noi.
Abbandoniamo per un attimo la logica del’innesto distruttivo e concentriamoci un momento su di un perverso empito di pensiero positivo.
Ho sentito parlare di un cosa che chiamano Gom.
No, no. Forse era Mog.
Ah no, ecco!
Era Ogm.
Ma tu sai cosa è ?
Non so perché, ma a me evocava buone intuizioni.
Una inconsueta vibrazione positiva.
Come dici? Sono organismi geneticamente modificati.
Li chiamano OGM per restare in incognito. Per non farsi capire.
Furbacchioni!
Quindi OGM vuol dire che attraverso tecniche di selezione e modificazione del DNA sareste in grado di produrre un fagiolo da 100 chili per ogni metro quadro di terreno ?
….
Claudio, ma mi sembra bellissimo!
Finalmente una buona notizia!
E perché non lo fate ?
Perché non vedo carovane di TIR in autostrada, tutti con sopra il loro Grande Fagiolo ?
Sembra quasi una nuova divinità.
Quasi quasi mi ci abituerei alla compagnia del Dio Grande Fagiolo.
Come dici ?
Dici che la Chiesa si è messa di traverso ?
Dicono che l’essere umano non può sostituirsi a Dio.
Mhh…
Certo che voi umani siete incredibili.
Sono millenni che giocate malamente a fare Dio, e quando finalmente ne imbroccate una vi tirate da soli le martellate sui coglioni ?
Alla Chiesa digli per favore che la selezione varietale esiste da sempre.
Dai tempi antichi, in maniera rudimentale.
Si conservavano i semi delle piante migliori per riseminarle l’anno dopo.
Ma già nel 1.800 uno chiamato Mendel si divertiva a giocare con i piselli in maniera empiricamente scientifica.
E tra piselli verdi e ricorrenze bianche diventò anche famoso.
Ma soprattutto digli che esiste già anche oggi.
Ampiamente diffusa.
Che le multinazionali agroalimentari hanno società dedicate alla ricerca, selezione e creazione di modifiche varietali che rendano le colture più produttive o più resistenti alle malattie.
E’ quindi è inutile nascondersi dietro un dito.

Soprattutto digli che per il prossimo Natale, se ancora non sarete estinti, io voglio mangiare solo panettoni OGM.
Pensate piuttosto a farli crescere già confezionati, così risparmiate plastica.
Pensate ad una pianta di pane già panificato.
Così anche nei villaggi africani potrebbero mangiare “comodi”.

Sempre lo stesso concetto : transumanare, organizzare e legalizzare.




9          Il terzo innesto: le malattie sono salubri


Eh, questa fa il paio con l’innesto della fame.
Le malattie hanno, tra l’altro, due bellissime proprietà integrative.
  1. Portano dolore
  2. Portano paura
Ecco qua : alla faccia del pensiero positivo; dell’ottimismo.
Ovviamente il primo pensiero, è che le malattie sono fabbrica di morti.
In quanto tali fanno girare l’economia.
Eppoi ristabiliscono l’equilibrio demografico.
Ma in realtà questi sono dettagli.
La vera essenza è che l’essere umano diventa terreno fertile per colture batteriche o virali che infine rappresentano tutti possibili gateway di una futura evoluzione.
Siamo substrato nutritivo per nuove forme di vita e configurazioni di equilibri eco-alimentari.
Per la ri-creazione meta-umana.
E dobbiamo andarne fieri.
Finalmente avremo un ruolo di pubblica utilità.
Finalmente serviremo a qualcosa.

Alcuni lo sono, consapevoli.
Ci sono alcuni umani che giocano a crearle, le malattie.
E ogni tanto gli scappano pure di mano.
In quel caso iniziamo a sperimentare alla ricerca della prova empirica che abbiamo fatto un passo avanti.
E’ la scienza che procede così.
Per tentativi e su palafitte diceva Popper.
L’umano è un gran sperimentatore e anche un gran palafittaro, tanto che l’era moderna diventa assimilabile a proto civiltà villanoviane.
Tutti abbarbicati su pali di solide credenze, riteniamo che queste ci sorreggeranno per sempre.
E come sempre tralasciamo il fatto che è l’insieme dei pali che ci sorregge e non uno solo di essi.
E se uno cede si tira giù anche gli altri.

La lemmanza
Tra le malattie più interessanti c’è la lemmanza.
E’ una qualche forma di socio-devianza, che ha pure il pregio di fare la rima tra manza e ianza.
Comunque il termine veniva da centri di ricerca sulla linguistica e sul linguaggio.
Cnr-Ovi, mi pare. Sono eredi dell’Accademia della Crusca se ben ricordo.
Ed è di evidente derivazione: evoca i lemmings, a me tanto simpatici.
Sono piccoli roditori sub-artici bipolari, e non nel senso che abitano i due poli.
Essendo “artici”, la parola stessa fa capire che stanno solo al nord.
Li chiamo bipolari perché seguono un modello di evoluzione comportamentale assolutamente schizofrenico.
Alternano fasi in cui si riproducono a ritmi forsennati a fasi in cui si suicidano in massa.
Alcuni scienziati ne restarono affascinati, riconoscendo in essi addirittura un modello di autoregolazione sociale da imitare.
Qualcuno gli credette pure, a questi scienziati, e così fiorirono sette parareligiose o malato-esoteriche che inneggiavano proprio al suicidio di massa.
Io personalmente credo che ci siano altre spiegazioni, diverse dalla autoregolazione e più probabilisticamente  legati a fenomeni di impazzimento elettromagnetico o di proliferazione tumorale celebrale.
Tanta follia mi appare difficilmente riconducibile a fenomeni naturali non riscontrabili nel perfetto equilibrio dinamico eco-ambientale, nel quale solo noi umani appariamo come fattore di disturbo primario.
Si, mi pare piuttosto un fenomeno di origine artificiosa.
Al riguardo debbo riconoscere che anche noi umani abbiamo dei begli esempi di schizodemografia.
Provate a pensare: in Cina imponiamo la politica del figlio unico. In Africa proibiamo il preservativo.
Ma simili squilibrati fenomeni appaiono anche su scala minore: in Italia gli immigrati ci mantengono a 60 milioni di abitanti da almeno un decennio. Senza di loro saremmo quasi a 55.
Però se entrano, poi facciamo di tutto per espellerli.
Salvo poi svegliarci un giorno, e accorgerci che siamo rimasti in quattro gatti.
Si, però saremo quattro gatti autoctonamente ariani. Anzi, “aliani” per i cinesi.  + Ita.
Insomma, come la si volti e coma la si giri, la lemmanza appare piuttosto come una “etomalattia”.
Un disturbo del comportamento sociale, di umana invenzione o derivazione.
E anche di umana imitazione.

Sul preservativo
Claudio, il preservativo non mi piace molto.
In effetti, trovo che sia un trucco meccanico per fermare la diffusione delle malattie.
Giocarsela con la meccanica è scorretto.
Non c’è partita.
Immaginate che il Signore abbia voluto mandarci l’Aids per eliminare un po’ di negri, froci, sodomiti e pervertiti vari .
E che per fare questo abbia addirittura inventato una nuova forma di vita .
Un nuovo virus, appunto.
Ebbè, se io poi il virus lo mando a sbattere contro uno scudo gommo-penale, sto giocando scorretto.
Per giocare alla pari al massimo dovrei puntare sulla progressiva immunizzazione del genere umano.

Claudio, in ogni caso io sono abbastanza d’accordo con il principio della procreazione diffusiva.
Non ci crederete, ma sul tema io sono d’accordo con la Chiesa Cattolica.
Ho già detto che ci sono studi che dicono che la terra reggerebbe, già oggi, 14 miliardi di umani.
Ecco, io vorrei già vedere il “trend positivo” verso i 30.
Tutte anime per il paradiso.
E tutti attori di un sempre più popolato psicodramma panterrestre a cui potrei assistere compiaciuto.

Ma la realtà dei fatti, invece, è che volendo ci sarebbe spazio per tutti.
Al limite usiamo Marte atmosferizzata come colonia agricola robottizata, ad esempio.
Oppure mandandoci generazioni di neo schiavi migranti, che seppur dovessero morire arrostiti morirebbero parecchio lontano dalla vista e senza darci fastidio.

La tumoralità
Comunque, a prescindere dalle preferenze personali, devo constatare che il mondo si organizza per rigettarci a prescindere da noi.
E già oggi nel mondo occidentale per così dire “evoluto”, la metà delle morti avviene per tumore.
Il tumore è si una forma di vita incredibilmente forte.
E in qualche modo affascinante, sia biologicamente che eticamente.
Non solo si nutre del suo ospite, spesso a velocità incredibili, ma anche si manifesta in una quantità impressionante di varietà e sottospecie.
Lo stesso principio del suo vitale nutrizionismo è capace di adattarsi a numerose diverse sub-stratificazioni nutritive in modo da innestarsi un po’ dappertutto.
Mi pare che fosse Pirsig, in uno dei suoi libri, a dire che i tumori sono forme di vita relativamente giovani e estremamente potenti.
E noi non siamo in grado, ad oggi, di sapere come evolveranno.
E’ possibile che con il tempo si integrino con i loro ospiti (cioè noi) e facciano un po’ come muschi e licheni che spesso si adattano per vivere in simbiosi con i loro ospitanti.
Il fatto di uccidere il corpo che li nutre, infatti, non è evoluzionisticamente verosimile.
L’Evoluzione è più intelligente di così.
In quel caso, ci sarà un giorno in cui i tumori ci faranno crescere due braccia in più, ad esempio.
E allora vivremo tutti felici, in comunità di umani mutanti.

In ogni caso, c’è una cosa oggettivamente strabiliante.
Ed è quella per cui parlavo di “fascino etico” dei tumori.
Credo che a tutti sia capitato di pensare che l’essere umano è un cancro.
Un tumore che distrugge il suo habitat consumandolo progressivamente.
Ecco, io credo che il fatto che a fronte della nostra crescente tumoralità si sviluppino tumori che ci uccidono, sia una perfetta bio-metafora.
Potrei ripetere la battuta di Kill Bill che mi piace tanto: il “karma è una puttana”.
Ma in maniera più occidentale e più facilmente comprensibile, appare evidente una forma di “contrappasso di razza”.
Una nemesi della specie.
Lo so, mi prenderete per matto.
Ma a me sembra una bella prova dell’esistenza di Dio.

In conclusione, se non vogliamo che si scatenino le piaghe dei 7 innesti di questo scritto, secondo me la domanda da farsi è la seguente :
L’uomo del futuro, speriamo prossimo, vuol essere la malattia oppure la cura ?



10      Il quarto innesto : le guerre sono giuste


Claudio, devo dire al riguardo che le guerre non sono tutte uguali.
Questa è una cosa che ho capito.
E allora voglio spiegare la mia graduatoria personale.
Al primo posto ci sono le guerre dei bambini.
Anche queste non sono tutte uguali.
La mia preferita è la guerra in cui bambini soldato fanno la guerra a bambini civili.
Si, mi piace perchè l’innocenza infantile ha modo di manifestarsi in tutta la sua grandezza.
Mi piace molto quando vedo un kalashnikov in braccio a un bambino.
Ma la cosa straordinaria è quando si tirano bombe a grappolo a forma di giocattolo.
E’ in quella occasione che emerge la grandezza dell’infanzia: quando un bambino ne raccoglie una qualsiasi, mai potendo immaginare che un giocattolo possa fare male.
E mentre noi benestanti ci preoccupiamo che i nostri giocattoli non siano colorati con vernici tossiche, ecco che il bambino iraqeno o afghano o syriano o di chissà dove, viene triturato vivo e sparso in migliaia di frammenti di ossa e di carne e di sangue per tutto il suo circondario.

Claudio, quasi quasi potremmo provare ad applicare lo stesso principio dei Feroconghi, i feromoni vietcong.
Senti qua che mi è venuto in mente.
Allora, il bambino esplode.
E l’esplosione viene riprese in diretta dalle telecamere oculari, sue o di chi guarda.
L’immagine arriva nel subconscio ai 7 miliardi di umani.
Ma il bello deve ancora venire.
Diciamo che le telecamere oculari forniscono immagini anche ai cervelli di alcuni media preposti a tale funzione.
Questi media emettono onde su varie frequenze e modalità, ma in ogni caso le onde generano campi elettromagnetici che trasportano in sospensione, sempre elettromagnetica, le particelle elementari di bambino disgregato.
Si, esatto. Alla fine è una sorta di telecinesi di “un giorno lontano” (Far a day)  ma un pochino strumentalizzata. Artefatta.
Diciamo che questi sciami di particelle saranno aggregate in molecole per metà di carne arrostita e per metà di sangue ancora fluido.
L’acqua residua dei tessuti invece rimane vicina all’esplosione in modo da evitare inutili ipocrisie : verranno trasportati solo i segni evidenti del macello avvenuto.
Intendo dire che l’acqua residua evapori pure, rientri in circolo evaporando e portandosi dietro l’anima, e lasci solo terrene testimonianze della follia.
Ma il bello deve ancora arrivare .
Le onde psichiche, dentro cui sono ingabbiati i residui organici, giungeranno nell’atmosfera.
Si Claudio, quella che tu chiamavi Neurosfera.
Li, si accumuleranno piano piano in nuvole sempre più grosse.
Di colore bruno-rossastro, come in certi tramonti, assumeranno le forme delle facce dei bambini.
Fino a quando pesanti abbastanza, rilasceranno una purulenta pioggia organica.
Che tra l’altro darà una mano a diffondere le malattie.
Il bello è che l’interconnessione psichica tra tutti gli umani, e le capacità di controllo del clima, comporteranno lo sfruttamento dei nessi tra media i quali faranno in modo che le nuvole si manifestino e si scarichino nei punti giusti.
In primo luogo sulle case di chi produce e commercia in armi.
Pensa che ridere, Claudio.
Adesso capisci tutte queste moderne “bombe d’acqua” di cui parlano in televisione ?
Sono solo le prove generali.
Le prossime bome d’acqua saranno cariche di carne, di sangue e di altri resti, e la cosa più bella è che cadranno su chi se le merita.
Bombe ematiche intelligenti, ma queste qua intelligenti davvero.
E così finalmente avrete dimostrazione di cosa voglia dire guerra chirurgica, che chirurgica per davvero vi affogherà e asporterà come cellule tumorali.
Voi colpevoli  e tutte le vostre metastasi : gli umani correi.
Cosa ancora più bella è che essendo costoro responsabili di peccati in opposizione al comandamento “non uccidere”, ed essendo l’uccisione già avvenuta (al contrario dell’uccisione per fame che si può sempre anticipare) essi non potranno fare proprio niente per evitare la loro personale bomba emato-carnosa.
Se la prenderanno è basta.
Ricordatevelo quindi : le guerre sono giuste nella misura in cui chi le alimenta verrà annientato.

Claudio, subito dopo quelle molto cruente con i bambini, le guerre di religione sono quelle che preferisco.
Solo un umano può pensare che un dio voglia una guerra.
Un dio vuole anime, certo.
Ma anime convertite.
E soprattutto cresciute.
Anime complete, e non in embrione o in fieri.
Perché sono la sua base elettorale.
A volte servono anche anime di giovani virgulti, certo, ma perché sono pure.
Ma a parte ciò quale Dio vorrebbe nell’alto dei cieli un bambino con il kalashnikov?

Scusa Signore, a proposito: ma perché anche il kalashnikov ha una anima?
In paradiso ci va anche lui ?
Ah. Dici che dipende.
A volte può essere.
Ti vien in mente quella storia di quel missionario che veniva soprannominato “the machine gun preacher”.
Il predicatore con il mitra. Storia vera.
La storia è semplice. Un energumeno americano esce di galera e si converte a Dio.
Inizia a predicare in America, ma dopo un po’ sente l’obbligo morale di fare di più.
Allora va in Africa, in Somalia, e costruisce una missione, scuola e ospedale incluso, mi pare.
Ad un certo punto inizia ad essere preso di mira da folli guerriglieri che tutto quello che trovano uccidono, bambini inclusi.
Dopo le prime volte, avendo lui sulle spalle una “cultura di strada”, reagisce con la legge del più forte e inizia a  difendere i bambini con il kalashnikov.
Tempo fa già citavo un filosofo che diceva: “certe volte per difendere la tolleranza bisogna impugnare la 44 magnum”. Ma questo vale in Europa.
In Africa, dove qualcuno è passato a vendere armi facendo leva sulla tradizionale rivalità tribale, la 44 non basta.
E ci vuole appunto il kalashnikov.
Ecco, quel kalashnikov li, un posticino in paradiso magari se lo merita.

Per inciso : Claudio, vendere armi facendo leva sulla rivalità tribale è molto bello e intelligente.
Bisogna assolutamente sviluppare tale ideologia, anche se forse meglio sarebbe chiamarla ideofrenia, perché di logos non ce ne è mica molto.
Comunque mi piace.
Eh, si. Perché con le armi “moderne” si alimenta un’escalation incontrollabile.
Se la rivalità tribale me la gestissi con le lance, farei al massimo qualche molto per volta.
Ma se passa un macellaio e in mano a qualcuno gli  mette il mitra….

Ma orbene, tornando al predicatore, ecco che questo è un esempio da non seguire assolutamente.
Perchè potrebbe rappresentare addirittura un uso proprio, a proposito, di contenuti e principi morali.
Noi invece non solo dobbiamo predicare il “porgi l’altra guancia”, ma soprattutto dobbiamo concentrarci e incentivare la contrapposizione teologica.
Non dobbiamo perdere tempo in altre questioni.
Dobbiamo istigare all’odio religioso.
Non basta nemmeno quello tra Cristianesimo e Islam.
Noi dobbiamo guardare oltre.
Come fine ultimo dobbiamo avere, ad esempio, una grande guerra tra cattolici e ortodossi.
E poi una colonizzazione di protestanti ai danni dei copti, tutti sterminati.
Come dici, Claudio ?
Dici che questa storia qua la potrebbe quasi avere concepita il piccolo nibelungo nazifascista?

Vabbè’ nel caso non funzionasse ho io una nuova trovata.
Perché mai dobbiamo andare a cercarci conflitti altrove, lontano?
Famoseli qua a Roma.
Organizziamo delle belle guerre tra ordini cattolici.
Francescani contro Salesiani.
Gesuiti contro Domenicani.
Immagina le trincee davanti a san Pietro.
Bunker antibomba in San Giovanni in Laterano.
Postazioni fortificate con feritoie per cannoni in ogni abside di chiesa.
Miniamo anche in ponti sul Tevere.
E già che ci siamo, ne approfittiamo e tiriamo giù per sbaglio anche il Colosseo.
Così poi coi soldi nascosti dai nazisti nello Ior ci costruiamo una bel condominio in multi proprietà.
Altro che grandi eventi !
Grandi venti.
Di milioni.

Come dici ? Ti sembra una vagonata di stronzate ?
Eh, ma Claudio, lo stiamo facendo apposta ricordi ?
E’ ovvio che sono stronzate.
Ma magari riusciamo a vaccinarli.
E a renderli refrattari al piacere ci queste cose.
Iperboli e paradossi, dai non demordere.
Andiamo avanti.
Solo alla fine sapremo se gli innesti tutti insieme funzionano.

La guerra nucleare invece non mi piace.
Non mi fraintendere, Claudio.
L’annichilimento del genere umano tutto in un botto mi pare  pure una cosa su cui si possa ragionare.
Potrebbe anche essere emozionante, non lo nego.
Forse addirittura divertente.
7 miliardi di spiedini brancolanti per qualche secondo, fino a quando cadranno uno dopo l’altro come pere cotte in una sorta di crepuscolo dell’era degli arrosticini.
Ma dopo io cosa faccio ?
Con chi gioco ?
Dove va a finire la mia ricreazione ?
Ah. In effetti dici che al mondo ci sono cose più belle dell’umanità con cui divertirsi ?
Ad esempio ?
La natura.
Monti, fiumi, mari.
Le specie vegetali.
Quelle animali.
Gli insetti.
Gli scarafaggi.
I ratti.
Le formiche.
Le api.
Tutta roba che la vita la apprezza, e che si aggrega in formazioni e in società per diffonderla e portarla avanti.
Mentre gli umani si aggregano in società autocannibaliche che divorano i propri deboli nel perseguimento di una qualche forma deviata di crescita che essi hanno anche il coraggio di ammantare di forme varie di superiorità.

Si, vabbè.
Certo che è così, Claudio.
Ma il bambino che c’è in me non si diverte mica a contare le formiche.
Il bambino le formiche le vuole ardere vive. Come le streghe.
E le volte dei formicai devono crollare sotto calci che sembrano terremoti.
Per finire con lo tsunami dell’idrante, sparato dritto nell’apertura del formicaio
E infine vuole ritrovarsi a maledire quelle formiche che non riescono a morire.
Che emergono scavando dalle macerie di terra, che nuotano sott’acqua fino a chissà dove.

Capito la metafora, Claudio ?



11      Il quinto innesto : l’economia è una scienza


Claudio, questo è un ossimoro dissimulato.
Sembra una constatazione e invece, con una sorta di sciarada di poche lettere, si capisce che è una contraddizione. Wikipedia Sciarada.
E così, tra “Stata” e  “Traddi”, ecco che si rivela.
E noi capiamo che  è davvero uno scherzoso gioco di parole, vale a dire una  barzelletta.
Questo è un bel problema, perché il mondo di oggi è regolato dall’ economia.
Ed è anche un gran peccato, perché un pochino più di intelligenza economica in più risolverebbe tutti i mali del mondo.
Ma questo non lo diciamo, Claudio.
Non facciamoci sentire, dobbiamo procedere con l’innesto virale.

A proposito: parlando di certe forma di scienza, e della psiche degli scienziati, bisogna ricordarsi di diffidare dei tecnici.
Si innamorano della tecnica e perdono di vista l’insieme.
Niente di più vero per l’economia, con l’aggravante che gli economisti non sono nemmeno scienziati.
Sono tecnocrati che giocano con il destino di miliardi di persone.
Senza nemmeno rendersi conto che in larga misura non sanno nemmeno quello che stanno facendo.
Tanto i danni si misurano sempre a posteriori.

Drin!
Si Signore, sono qui sono sveglio. Dimmi
Vuoi sapere da me cosa sia questa “economia” ?
Dici che non capisci perché tutti ne parlino e nessuno la faccia ?
E dici che non ti risulta essere una tua invenzione.
Non la trovi tra le branche del sapere degne di tal nome.
Anche se già Senofonte ne  parlava con  Socrate nei loro dialoghi immaginari, è vero.
Ma era molto più semplice di come la presentano oggi.
“Al buon amministratore spetta di governare bene la sua casa”.
“E se è capace di farlo per la propria casa, può farlo anche per altri”.
Tutto qua.
La “buona amministrazione” era dunque qualcosa di scontato.
Di intrinsecamente oggettivo.
Di razionale, immediata, riconoscibilità.
Quasi un’idea assoluta di platonica memoria.
Non una scienza da inventare.
Si Signore, in effetti anche a me piace pensare che l’economia non differisce granché dalle prassi abituali di una qualsiasi casalinga.
La chiamavo “l’economia della sporta”.
Invece oggi abbiamo scuole e università che pretendono di insegnare del buon senso, infarcendolo o annegandolo di pseudo-matematica o statistica.
A me piace dire che dietro a simboli di articolate funzioni e sommatorie altro non c’è che qualche addizione.
Dove sembra che ci sia alta matematica, in realtà si cela solo un po’ d’aritmetica.
E troppo spesso, si usa troppo poca ragioneria.

Ma comunque il problema di fondo è che l’economia si arrotola su se stessa.
Anche ammettendo che sia una scienza, è una scienza che si costruisce e si alimenta da sola.
In questo, non è diversa dalla politica, che si alimenta da sola in un circo perennemente autodeterministico.
La politica e l’economia sono moderne forme di pratica e speculazione onanistica.
Possono cioè diventare tecniche, ma non sono scienze derivate dalle caratteristiche intrinseche dei processi e fenomeni che pretendono di governare.
Mi spiego.
La fisica è una scienza perché scopre principi dominanti del mondo empirico che studia e osserva.
E li formalizza in linguaggio e tecnicalità che risultano oggettivamente riutilizzabili e che sono comprensibili e tramandabili ad altri umani, seppur di estrazione tecnica.
Possiamo  esemplificare e dire che se la fisica scopre una legge, la formula matematicamente e poi può usare quella formulazione per prevedere manifestazioni reali future.

L’economia invece sai cosa fa, caro Claudio ?
Fa il contrario.
Si guarda un po’ in giro, poi quando proprio deve tirare fuori qualcosa perché non può continuare a far finta di guardarsi intorno, formula una teoria usando il linguaggio matematico.
Così sembra “una figata”. Termine scelto perché di evidente origine umanistica e non scientifica: provate un po’ a formulare matematicamente la definizione di “figata”. O della sua radice, del suo etimo.
A quel punto, tutti impregnati di tekno-ubris, gli economisti sai cosa fanno?
Vanno dai politici e gli propinano la loro pseudo teoria.
E così la teoria la provano a mettere in pratica, ovviamente sulla pelle della gente.
E quando si accorgono che non funziona, che non prevede e non descrive nulla, ne inventano una nuova che parte dalla constatazione degli errori fatti e teorizza nuove basi per gli errori futuri.

La cosa più divertente è che l’economista parla da dietro al suo paravento di matematica.
E il politico di matematica non capisce una mazza.
Il politico è per definizione una caricatura di umanesimo.
A volte con qualche ripieno di lettere o psicologia, la sua arte è la scienza dell’imbonitura.
Per cui si abbarbica a qualche frammento della teoria, estraendo quelli che più si prestano al demagogico populismo fine ultimo della sua stessa esistenza.
Così ad esempio se l’economista avesse formulato un piano in 10 punti, e disgraziatamente avesse omesso di considerare la natura del politico scrivendo al decimo punto che a compimento dei primi 9, forse si potevano anche tagliare un po’ le tasse, ecco che il politico si approprierebbe di quel frammento di pensiero e partirebbe in una campagna mediatica battente.
E in questa direbbe di abolire tutte le tasse, e basta.
In pratica si dimenticherebbe 9 dei 10 punti, e farebbe proprio quel decimo punto, che dovrebbe portargli consenso.
Alcuni, nell’enfasi dell’orgasmo fiscale, si spingono anche oltre e addirittura regalano ottantine di euro che non hanno.
Si, talmente poco capiscono di matematica che certi politici confondono la base esadecimale con una di loro concezione base ottanta-decimale.
In questa l’ottanteuro, che pare proprio un ottentotto, imperversa come il famoso spettro nelle campagne. Ma forse invece che “come” si dovrebbe dire “al posto del”.
Forti di questa loro creatura si spingono anche oltre e identificano loro specifici numeri primi da idolatrare come divino verbo che li legittima.
Il capostipite è il 41. Per cento.
Balza all’occhio la  lampante, evidente, relazione tra 80 e 41.
E’ il famoso fattore di moltiplicazione 1,95121951219512.
Come un novello PIgreco, loro lo chiameranno PDgreco,
E questo diventerà architrave su cui edificheranno raffinate costruzioni ideologiche geometro-(po)litiche.
Esattamente paragonabili al monolite del pianeta delle scimmie di “2001 odissea nello spazio”
Una volta fu il pentapartito.
Oggi la nuova divinità è il diapartito con sede a Nazareth.
Tutto attorno, solo zuffe primatiche.

A questo punto bisogna chiedersi: l’economista cosa avrebbe potuto fare ?
L’unica cosa sensata sarebbe stata manipolare il politico omettendo il punto 10.
E conservarselo per quando il politico avesse in effetti fatto le prime 9 cose.
Tale manipolazione avrebbe prodotto anche un benefico effetto, impedendo al politico di manipolare l’elettore. 
Ma l’economista non lo farebbe mai, manipolato a sua volta dal politico che lo innalza su piedistalli di gloria, fino a quando non serve più.
Insomma, tra economisti e politici, si instaura un bel dialogo manipolatorio tra sordi e muti.
E così si finisce governati da un’orda di categorie protette.

In ogni caso la più grande conquista dell’essere umano in campo economico è la rinomata grande e buona concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi.
Esatto.
La concentrazione è buona.
La distribuzione diffusa è cattiva.
Oggi si dice che l’80% della ricchezza mondiale è concentrata nelle mani del 10 o 20% delle persone. O qualcosa del genere.
Questa è una intollerabile indecenza.
Inammissibile.
Bisognerebbe fare una rivoluzione, si.
Perché mai l’80% della popolazione dovrebbe avere quel 20 % di ricchezza?
Come si permettono di usurpare il predominio di pochi e appropriarsi di quel 20 % ?
Lo sapete che il 20% di un PIL da 60.000/70.000 miliardi di dollari all’anno sono ben 12.000 o 14.000 miliardi ?
Questo è il più grande  furto mai concepito. Di scala planetaria.
Voglio essere rimborsato.
Voglio un mondo in cui 69.999 (con tanti 9 come dal fruttivendolo) miliardi di dollari siano dei ricchi.
Di quel miliardo di soggetti ricchi, o almeno benestanti, esistenti.
E un miliardo di dollari, tutto intero, ai poveri.

Giusto per dare loro l’illusione di essere ricchi, possiamo far leva sul principio della “corsa al miliardo”.
Si, sapete, quello delle lotterie e dei giochi a premi.
Un miliardo su 7 miliardi di persone fa la bellezza di meno di 15 centesimi a testa.
Ma se noi non glielo diciamo, magari  nascondendoci dietro montagne di derivati matematici che “ingannino la vista”  dalla realtà dei 15 cents, ecco che ognuno dei 7 miliardi potrà pensare di ambire a quel miliardo tutto intero. O almeno a una grossa parte di esso.
In America, ad esempio, con un pugile o un giocatore di basket nero imposto come modello di speranza di successo, ci tengono buoni alcuni svariati milioni di neri da decenni.
E’ evidente che quel pugile o giocatore è un ottimo esempio di investimento sociale.
Finché dura, ovviamente.
Da noi, come già detto, lo fanno con le lotterie, i gratta e vinci, le slot machine, i siti di scommesse, quelli di poker, e così via.
Tutte forme di vendita di false speranze, le quali speranze controllano la violenza di massa tenendola latente.
Ecco, se dovessi riassumere, direi che i Monopoli di Stato sono proprio dei bei falsi profeti.

Un buon corollario è che con la mancata distribuzione dei redditi  incentiviamo anche una più sana e migliore diffusione della fame e delle malattie.
Se riuscissimo a fare le cose per bene, riusciremo a sterminarli tutti.
A quel punto, tutta la ricchezza sarà di quel miliardo di soggetti già proprietario dell’80%
Potremo allora incitare ad una ulteriore appropriazione e concentrazione di ricchezza.
Fino a che tutto sarà nelle mani di una persona sola.
E gli altri non esisteranno più, anch’essi prima affamati e poi morti.
Una monarchia della monade.

Come dici, Claudio ?
Vuoi sapere se puoi fare tu il monadomonarca ?
Si certo, ma sei sicuro ?
Ci hai pensato bene ?
Cosa te ne fai di tutti i soldi del mondo ?
Non c’è più nessuno.
Perché non provi a relativizzare ?
Se relativizzi non ti è chiaro che ha senso avere tanti soldi solo se per te c’è qualcosa che abbia senso comperare?
E la solitudine ?
Non c’è più nessuno.

Ah, ho capito.
Dici che prima di tutto darai libero sfogo alle tue predilezioni palazzinare.
Come un muratore della “specie riciclatore” costruirai bellissimi nuovi condomini ipertecnologici per tutti.
Scusa, ma tutti chi ? Sono  tutti morti.
Ah. Li tieni sfitti. Dici che aspetti gli alieni. Quando arrivano trovano pronte le case vacanze.
Sei sicuro che gli piaceranno.
Perché gli metterai a disposizione un cabaret di escort di ogni nazione e di ogni colore, come gli alloggi arredati per i terremotati dell’Aquila da Berlusconi.
Curiosamente, fece trovare loro anche lo scopino da cesso, ma non la escort di famiglia (la famosa “Cortf”) che pure avrebbe dovuto risultargli più congeniale.
Claudio, ma gli umani non erano morti tutti ? Dove le prendi le escort ?
Ah, ti sei conservato gli embrioni.
Grazie ad alcune tecniche da allevamento in batteria, alimentazione forzata e iperesposizione a radiazioni luminose l’alieno potrà scegliere le gheishe preferite che gli saranno recapitate in 30 giorni nel suo bel condominio con gli idromassaggi, addirittura anche nel bidet.
Claudio, tu hai un’idea del lusso distorta.
Cosa te ne fai dell’idromassaggio nel bidet ?
Come dici?
Ho capito, serve a fare passare il mese in attesa della carnalità delle gheishe.
In ogni caso ci vuole solo un mese perché gliele devi creare rigorosamente minorenni.
Minorenni assai.
Claudio, sei  sicuro ?
Tu pensi di attrarre gli alieni con idromassaggi testicolari e pedogheishe?
E se gli alieni sono una razza superiore ?
Dici che allora sono cazzi.

Ma hai già pensato anche a questo.
Cocaina e viagra in sospensione atmosferica omnipervasiva, veicolata verso gli orifizi e le mucose aliene con una vibrazione elettromagnetica geneto-biologicamente pilotata.
Vale a dire capace di inseguire vibrazioni di DN-Anale di alieno in vita.
La vibrazione saprà raggiungere le narici, o altra sezione anatomica che faccia all’uopo.
L’alieno così arrapato non potrà resistere alla vista e all’attrazione esercitata dal giovane pelo.

Claudio, e se non avessero orifizi e mucose da penetrare ?
Se avessero un’epidermide foto sintetica ?
Se respirassero con uno speciale epitelio capace di assorbire solo l’ossigeno per una qualche forma di osmosi gassosa, filtrando tutto il resto, ogni impurità ?
Claudio, guarda che razza superiore mi sa che vuol dire superiore davvero.
Non credo che la tua logica funzioni.

In ogni caso, poi cos’altro ci faresti con tutti i soldi del mondo ?
Compreresti tutte le macchine di lusso del mondo.
Per farci cosa ?
A chi le vendi ?
Ah.
Non le vendi.
Organizzeresti dei rodei, o dei tornei di autoscontro frontale.
Con piloti all’uopo preservati dai processi estinzionistici in atto, crioconservati per l’abbisogna.
Squadre di autisti, meglio inesperti, in modo da rendere spettacolare proprio la loro inadeguatezza.
Si ho capito.
Come le gare di formula 1.
Che la parte più interessante, anzi l’unica, sono gli incidenti all’inizio.
La chiamerai, ovviamente, “Formula zero”.
O forse ancora meglio “Formula crash”.
Lunghi circuiti in cui lanciare 100 auto in un senso e 100 nel senso opposto, fino a che si reincontrino frontalmente sul rettilineo finale. Che poi era quello iniziale.
E sul quale, 200 auto sarebbero già di per se stesse un bell’ingorgo antisportivo.
Ma a quel punto per aumentare la suspence, faresti partire enormi fiotti d’acqua da giganteschi idranti che renderebbero la pista scivolosa come sapone, facendo roteare le macchine su se stesse come trottole impazzite.
Fino a che i due flussi di auto si incontreranno, dando luogo ad una coreografica rappresentazione della reale possibile infondatezza della legge di non-compenetrazione dei corpi.
Una fusione fredda, anche se incendiaria, che compenetri carrozzerie, motori e carne bruciata.
Claudio, mi pare una stronzata.
No, anzi: è una stronzata.
Come dici?
E’ per questo che ti piace ?
Certo che insieme facciamo proprio una bella coppia.

Claudio, eppoi ?
Faresti beneficienza.
A chi, scusa ?
A te stesso ?
Come in un partita a schacchi che giochi da solo, da un lato sei il ricco e dall’altro sei il povero.
Come dici ?
Te l’ho insegnato io?
Con quella stronzata del “che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra”.
Dici che è colpa mia se gli umani seguono il precetto e si aggregano in ogni sorta di setta o società segreta.
In effetti dove c’è segretezza spesso c’è malvivenza.
Chi non nasconde niente lo fa perché non c’è niente da nascondere.
Ecco.
In più questa è la base della schizofrenia.
A furia di nascondere mani, l’idea di una delle due verrà rimossa dalla coscienza.
E per conseguenza l’altro opposto si troverà senza contrappeso ideativo.
Senza bilanciere cognitivo.
La parte oggetto di rimozione logica, diventerà una mummia sepolta nel subconscio dal quale opererà in costante impulso vendicativo.
Si vorrà vendicare per essere stata bandita senza alcuna spiegazione o elaborazione.
E infine, indovina chi diventerà ? Diventerà il diavolo.
Nella sua configurazione di altra metà della frenìa consapevole, sarà infine quello che tu avevi già detto.
Luci-fero, il portatore di luce, bandito dal paradiso, altro non è che la mano nascosta. Mozzata.
L’altra faccia della stessa medaglia.
Dal subconscio.
Preda di istinti primordiali, paure ancestrali e rabbia bambina che tutto vuol rompere.
Almeno a forza di farti beneficienza da solo, forse riuscirai ad elaborare questa rabbia e a non rivolgertela addosso, ricomponendo infine la tua iniziale scissione frenica.

In ogni caso la beneficenza ti serve anche per quanto segue.
Immaginiamo due eliche di una barca.
Una a movimento destrorso.
L’altra a movimento sinistrorso.

Allora diciamo che il primo movimento, da non intendersi di musica classica, è quello con cui ti corrompi da solo.
Ti vendi l’anima per dei quattrini.
Spero almeno che tu, Claudio, faccia le cose in grande.
Che non ti dobbiamo annoverare tra i miserabili che si vendono per poche centinaia o migliaia di euro.

Diciamo che la tua mano destra sa benissimo cosa sta facendo.
A quel punto dobbiamo avviare il ciclo sinistrorso, se vogliamo tenere l’anima sulla rotta giusta.
Ed ecco che la tua mano sinistra inizia a prendere alla destra quello che ha rubato, e in parte lo redistribuisce ai poveri.
Che siccome non esistono più, saranno sostituiti e rappresentati dalla stessa tua altra mano.
Autosimonìa rappresentativa, potremmo chiamarla. Come la democrazia.
Insomma, la beneficenza è spesso una forma di delocalizzazione della colpa.
Anche se una delocalizzazione che poco pensa al prossimo e diventa molto prossima.
Dalla mano destra alla sinistra.

Claudio, mi sembra chiaro.
Impiegare il tempo alimentando un perenne ciclo tra bene e male.
Come dici ?
Chiedi se è un caso che la mano buona sia quella di sinistra ?
No, a me non mi sembra un caso, Claudio.
Quindi vuoi sapere se il Signore è comunista?
Bisogna fare attenzione alle definizioni.
Quella “comunista”, in teoria, è una fase di progresso sociale verso la lotta senza classi.
Mai realizzata.
Perché nella realtà la lotta si è quasi sempre involuta, e lo step della dittatura del proletariato, anche se doveva essere temporaneo, non è mai sbocciato
E’ restato quasi sempre dittatura e basta.
Colpa dell’animo umano ancora troppo bambino, naturlich.

Oggi ci sono alcuni possibili bagliori si speranza.
Ad esempio i cinesi potrebbero essere nuova linfa per il pianeta.
Ma  tante cose le devono correggere anche loro.

In ogni caso, tornando alle definizioni, possiamo metterla come segue e dire che il Signore non è forse propriamente comunista ma di sicuro con Marx ci ha fatto delle belle chiacchierate.
E se fondiamo questa idea con il pensiero sui cinesi, ecco che possiamo coniare un nuovo termine e dire che il Signore, se non sarà tradito, potrebbe diventare “giallo marxista”.
Con un po’ di rinnovamento cromatico che fa sempre bene e,  in termini di arredo mondano,  resta comunque su tinte calde.







12      Il sesto innesto : la politica è utile.


Anche questo è un ossimoro dissimulato.
Messa così sembra proprio una barzelletta.
E’ meglio dell’economia.
Ma dobbiamo ricordarci che l’innesto è “al contrario”.
Risponde alla categoria di  vaccino della logica.
Nella sua essenza la politica dovrebbe essere economia, intesa come buona gestione.
Invece si dice che la politica è un’arte fondata sul ricatto.
Bella merda !

Signore, ma io ho avuto un’idea.
E questa è una grande idea !
Una piccola mutazione sillabo-sintattica e lo facciamo diventare : “la politica è un’arte fondata sul riScatto”.
Guarda tu una S in più cosa combina.
E’ tra l’altro propedeutica alla realizzazione della monadomonarchia.
Serve a fare un po’ di estinzionismo.
A sterminare una parte di umani in maniera che noi ci possiamo godere lo spettacolo.
E’ estinzionismo ricreativo, quindi.
Ma lo chiamiamo “ricreativo” per dissimulare la sua reale natura ricreazionista : è funzionale alla creazione del nuovo ordine del mondo “monoumano”.
L’idea è semplice.
La democrazia non esiste.
Non è nemmeno la miglior peggior forma di governo che abbiamo, come diceva Church-ill.
A proposito: sono convinto che esista anche  un lombrosismo dell’etimologia genealogica dei cognomi. Se invece che Churc- hill, lo sillabiamo giusto, diventa Church– ill. Cioè  “Chiesa malata”. Tutto un programma.
Comunque, tornando alla democrazia, il punto è che solo un paravento dietro al quale una ristretta oligarchia fa il bello e il cattivo tempo.
Quindi ?
Quindi, nel dubbio, rapiamoli tutti : democrati e oligarchi.
E chiediamo un riScatto, anche simbolico.
Anzi, solo simbolico.
Facciamo un euro pro-capite.
Così vediamo quanti governati davvero pagherebbero per riavere i loro governanti.
Come dici?
Secondo te non paga nessuno ?
Si, può essere.
Ma nel dubbio possiamo organizzare dei bellissimi circuiti di scommesse clandestine.
Pensaci, potremmo organizzare dei fantastici combattimenti all’ultimo sangue tra gallo-deputati.
Gli mettiamo anche i rostri intinti nel curaro.
Oppure organizziamo giostre circensi tra oligarchi dell’arena.
Senza curaro, in questo caso.
Così muoiono più lentamente.
O forse non li facciamo nemmeno morire.
Li conserviamo per le gare successive tutti rinchiusi nei dorati palazzi governativi usati come lager, o come gulag, per allevamento di combattenti paraumani.
Si, paraumani.
Perché questi governanti tutti, di umano non hanno niente.
Questi sono l’evoluzione paraumana (“para” = oltre, o di fianco) .
Che mi pare proprio buona definizione per ogni oligarchia, occulta o no.

“Oltre” vuol anche dire che è l’evoluzione sbagliata.
Oltre l’umano, infatti, c’è qualcosa di non umano.
Per definizione logica.
E quindi, se è non umana, dal punto di vista umano non può che essere sbagliata.
Come ? Non sapevi che l’evoluzione può sbagliare ?
Ma certo che sbaglia : prova cento strade per trovarne una buona.
A quello serve la biodiversità.
E’ un po’ come Mao al contrario, non lo sapevi ?
Colpirne uno per educarne cento diventa provarne cento per azzeccarne una..
Anzi diciamo pure che è Mao che ha copiato dall’evoluzione.
Che per ora gli sta anche dando ragione: sono diventati quasi 1,5 miliardi.
Un motivo ci sarà.

Le rivoluzioni
Signore, queste sono una bellissima testimonianza del fatto che quelle di cui sopra sono delle verità oggettive.
In tanti le desiderano, queste rivoluzioni.
Ne ho già parlato anche io, in qualche modo.
Secondo alcuni sono l’unico modo di sovvertire uno status-quo nocivo.
E questa è una bella conclusione, anche se a me pare una conclusione di genere piuttosto “fantasy”.
Cioè, mi spiego : il ragionamento funziona se sei al cinema.
Allora si che fila e possiamo immaginare il “Guevara degli anelli”, o “Robin Che”.
Se partiamo dall’idea che obiettivo finale sia un governo giusto di e per esseri umani, qui stiamo dicendo che l’unico modo di correggere la politica attuale è cancellarla e rifarla da capo.
Ragazzi, questa non è evoluzione efficiente. E’pressure-politik.
La politica della pentola a pressione, che se non sfiata esplode.
Il problema è che se esplode, poi è tutto perso per sempre: pentola e contenuto saranno spantegati ovunque in nuvole di miriadi di frammenti irricomponibili.
Per cui io diffido di chi crede di avere tutto sotto controllo e mirabolanti soluzioni pronte all’uopo.
In effetti quella della pentola a pressione mi pare un’immagine proprio calzante anche per il nostro tempo.

Claudio, che minchia stai facendo ?
Non ti ricordi “iperboli e paradossi”?
Che ti viene in mente di metterli in guardia da rivoluzioni che sono sempre create dall’alto, dei popoli e non dei cieli ?
Come te lo devo spiegare ?
Non li convinci con il buon senso.
Li devi lasciare fare.
Anzi, devi manipolarli a darsele di santa ragione.
Devi infervorarli al grido di “rivoluzionate”.
Ti do qualche suggerimento.
Le rivoluzioni sono belle perché qualcuno ci guadagna sempre.
E questa è verità.
Inoltre, magari ci vuole del tempo, ma poi arriva sempre un momento in cui tornano utili alle oligarchie genitrici.
Cioè, alle oligarchie che le hanno generate.
Qualche esempio.

La rivoluzione francese ci ha regalato la borghesia che dopo qualche decennio si era già configurata come classe di collettiva ipocrisia.
Fino ad arrivare ai giorni nostri in cui produce e reitera un benefico influsso di sovvertimento della morale comune verso generici ideali benpensanti.
Ma tutto ciò ha uno scopo : la borghesia serve finalmente a fare da vacca da latte.
A farsi mungere.
A lavorare, guadagnare, pretendere, comprare, consumare.
Con buona pace del “libertè, egalitè faternite’” che rimane solo come  icona garantista di qualsivoglia nefandezza contraria.
E che potremmo facilmente  immaginare “au contraire” come “schiavitù, disuguaglianza, cainità”, ad esempio.
E allora :
Vive les bourgeois !
Ils font tourner l’économie.
Même s’il s’agit de l’économie de quelqu’un d’autre.

La rivoluzione russa ci ha portato i proletari.
Questi hanno funzionato talmente bene che li abbiamo esportati e riprodotti in ogni parte del pianeta.
I proletari di tutto il mondo si sono in effetti uniti.
Ma della dittatura non si sono mai appropriati.
Solo dopo decenni si sono accorti che la dittatura del proletariato esisteva veramente.
Ma andava intesa con “proletariato” come complemento e non come soggetto.
E aveva anche un altro nomignolo.
La chiamavano mercato.
Proletari di tutto il mondo, unitevi.
E comprate.

La rivoluzione cinese ci ha portato la mano d’opera a basso costo.
E, almeno finora, a volte con pochi diritti.
Ci ha messo un bel po’ di tempo, ma alla fine è arrivata.
E questa è una bella chiusura di cerchio.
Stimolati dai superborghesi del mondo, gli schiavi cinesi producono “inutilerie” per ogni proletario del mondo.
Hanno permesso di abbassare la soglia di ingresso, di accesso, al consumismo. Con la solita S che fa tutta la differenza del mondo.
Il quale consumismo oggi è alla portata di tutti.
E con questa invenzione socialmente utile si trasformano velocemente in borghesi.
Sulla speranza di un futuro umano più “giallomarxista” ho già scritto altrove.
Speriamo davvero che i cinesi siano meglio di noi.
E che sappiano insegnarci quello che noi non abbiamo imparato da soli.
Un po’ di sana competizione e di corsa all’emulazione razziali, potrebbero essere cosa buona e giusta.

Caro Claudio, messa in questi termini non è male. Vero ?
Allora ti dirò che a me, la rivoluzione che piace di più è la controrivoluzione dei sanfedisti napoletani.
Il popolo che insorge per determinare un cambiamento epocale. All’indietro.
Cacciare i francesi, per restaurare il re di prima. Wikipedia Sanfedismo
La potremmo chiamare la rivoluzione dell’eterno ritorno di antica saggezza.
Come dire, in prosa :
“Né guaglio’ ma che ‘a facite a fa’ sta rivoluzione francese”
“Nuje ca simmo antichi, già ‘o sapimmo ca nun  cagna niente”.
“Jatavenne”

Oppure, recitando le grandiose rime del canto popolare dei Sanfedisti :
So' venute li francise
aute tasse n'ci hanno mise,
liberté... egalité...
tu arrubbe a me,
io arrubbo a te!

Li francise so' arrivate
ci hanno bbuono ncarusate,
et voilà, et voilà...
cavece 'n culo a la libbertà!


Il paradosso di tutto il ragionamento è che per quanto noi possiamo rifiutare l’idea, se il mondo di oggi è il migliore che l’umanità abbia mai conosciuto, lo dobbiamo anche e forse soprattutto alle rivoluzioni.
Per cui si dovrebbe dire che non è vero che non cambiano nulla.
E quindi perché non ci piacciono ?
Forse la verità è che cambiano si la realtà, ma troppo piano e troppo poco per volta.
Come per un limite matematico, si sviluppano nella sezione più ripida e crescente della curva, ma troppo lentamente si avvicinano all’asintoto dell’infinito.
Insomma, se proprio si deve rivoluzionare, si dovrebbe farlo una volta per tutte definitivamente.
E posizionare l’umanità sull’estremità della curva, quella in cui il miglioramento progredisce quasi piatto avvicinandosi all’infinito.
La civiltà dell’intelletto potrebbe essere rappresentata anche così.
E potremmo chiamarla civiltà del limite raggiunto.
O ancora meglio “Civiltà dell’infinito”.


13      Il settimo innesto : canoscenza è canoscenza


Claudio, ti voglio fare una piccola domanda.
Adesso che mi conosci un po’ meglio, secondo te è verosimile che il settimo giorno “il Signore riposò” ?
Bada bene a transitività o intransitività.
Vabbè, questa te la spiego io senza indovinelli o figure retoriche.
In un orecchio, mi raccomando. Non ci facciamo sentire.

Che  io sia pregno di cultura del fare oramai è acclarato.
A passare una intera giornata cosmica a non fare niente sai che rottura di palle ?
E allora ecco che anche in questo caso un piccolo suffisso, il “ri”, produce una millenaria sofisticazione ideologica.
Ebbene si.
La verità era un’altra.
La verità era “e il settimo giorno il Signore posò. E riposò, e riposò, e riposò”.
Come se ci fosse un eco.

E lo sai che cosa posai ?
Posai la base della conoscenza.
Posai l’ intelligenza.
E la riposai, e riposai e riposai.
Perché volevo essere sicuro che ce ne fosse abbastanza.
Volevo che la creazione fosse perfetta.
E che voi, e tutti gli esseri, foste in grado di cavarvela da soli.
E così la riposai infinite volte in ogni essere vivente, in ogni cosa che si muove, in quelle che in apparenza non si muovono e anche in tutto quello che non si vede.
Ma non solo.
La riposai in infinite configurazioni.
In filosofia :  intellezione, intendimento, ragione, raziocinio, razionalità.
In biogenetica : acume, acutezza, ingegno, perspicacia, prontezza, sagacia, genialità.
In etologia : abilità, accortezza, astuzia, destrezza, ingegnosità, perizia.
In anatomia : cervello, cranio,  mente, testa, genio.
E chissà Dio cos’altro.

Ma non basta.
Mi resi conto che intelligere che eravate intelligenti, avrebbe potuto essere difficile.
Allora inventai anche numerosi contrari.
Tra questi: cretineria, deficienza, idiozia, imbecillità, inintelligenza, ottusità, scemenza, stupidità. sconsideratezza, stolidità, stoltezza, stupidità, nullità, zerità (quest’ultima l’ho inventata adesso).
Era già la logica del logos vaccinatore per opposti.
Solo a leggerli, avreste dovuto capire che era meglio essere il loro contrario.
In effetti alla fine della settima giornata ero piuttosto soddisfatto del mio lavoro.

Ma poi arrivò il solito “satanasso zero”.
E maravigliato da tanta magnificenza disse: “tutto questo ben di Dio cognitivo lo voglio io”.
“Io amme me lo voglio appropriare”.
E concluse come fanno certi bambini : “cicca, cicca, cicca”.

“Adesso mi invento qualcosa”, disse.
Si inventò una manipolazione di massa con cui l’intelligenza venne de-innestata dall’uomo.
E venne prima fatta oggetto di rimozione psicologica, e subito dopo di delocalizzazione nell’empireo di casta.
L’essere umano si risvegliò avendo dimenticato di essere intelligente.
E iniziò così il suo asservimento ai voleri di casta.

Nacque così la scienza dell’obnubilazione collettiva.
Si inventarono partite di calcio, abbuffate domenicali e trombate settimanali.
La casta rilasciava metodicamente perle della espropriata conoscenza in regolari riti innestatori domenicali.
La conoscenza totale venne progressivamente frazionata in “comode monoporzioni”, consumabili facilmente anche senza masticazione.
Pillole di conoscenza, anche in formato sublinguale, da assumere una volta a settimana per una immediata assimilazione.
Poco importa che il cervello umano sia fatto per elaborare costantemente e in schemi e processi molto complessi.
Tutti furono convinti che fosse meglio delegare alla casta la decisione su che cosa ci fosse da sapere e cosa no.
E la casta se ne approfittò.

Adesso vi confesserò un segreto.
Il settimo giorno il Signore non riposò manco per un cazzo!
Il Signore non riposa mai.
Basta aprire gli occhi per rendersene conto.
E’ ora che tutti risveglino la loro intelligenza.
Che abbia fine la sedazione della ragione.

Claudio, comunque, anche a me piace “canoscenza” con la “a”.
Da un tocco di classe.
Da un tono.
Fa erudito.

Riferendosi al titolo, invece, si noterà che è un ossimoro particolare.
E’ un ossimoro antagrammico.
Da qualsiasi parte lo inizi a leggere, è uguale.
Non ci si deve fare confondere, però.
La doppia affermazione non è come la doppia negazione.
Quest’ultima annulla le due negazioni e diventa asserzione.
La doppia affermazione invece non fa nulla.
Non serve a niente.
Serve solo a ribadire due volte la stessa idea.

E le idee che devono essere ribadite, sono le mezze idee.
Le idee a metà.
Le ideucce.
Che però non diventano mai intere.
L’aritmetica in questo caso non funziona.
La sommatoria di due mezze idee non ne fa una buona.

E’ così vero che la doppia affermazione non serve a niente, che si chiama spregiativamente tautologia.
Dico spregiativamente, perché già il suono è onomatopeico: fa cagare.
Senza contare che il “tauto” al Sud è il carro da morto o la bara.
Pertanto tautologia, potremmo tradurla con logos della bara.
Più chiaro di così!

Quindi, tutto questo è per dire che la conoscenza è spesso fine a se stessa ?
In effetti io, Claudio, sono uso dire che la canoscenza, o sapienza, è quella cosa che:
  1. quando non ce l’hai non lo sai e
  2. quando ce l’hai non sai cosa fartene.

E sono anche assertore del fatto che sull’impervio sentiero dell’evoluzione umana, nono vizio capitale è proprio la canoscenza, originata e connotata come di seguito riassunto.
  1. Istinto di sopravvivenza,
  2. configurato in bisogno di possesso,
  3. canonicizzato in diritto di proprietà,
  4. sublimossi in primato del sapere,
  5. ma si contorquemadò in qualunquismo della saccenza.

La canoscenza è talmente viziosa, infine, che anche se io voglio non volere, il vizio fa si che sempre devo sapere.

Tutto ciò premesso, il punto vero è un altro.
Ed è strettamente legato all’innesto della politica.
Le elite che tutto controllano detengono la canoscenza, che si tengono ben stretta anche quando racchiude concetti di pubblica proprietà.
Grandi segreti, dinamiche di eventi storici, scoperte scientifiche, grandi mistificazioni.
Nella scala dei bisogni di Manslow, questi soggetti collezionisti di conoscenza sono all’apice della torre d’avorio.
Tra i livelli più alti dei bisogni da soddisfare c’è infatti tale canoscenza in quanto è supporto per l’autostima la quale genera desiderio di potere e infine, potere.
Già così dovrebbe capire che siamo nel nono circolo vizioso.
La canoscenza, l’autostima e il potere sono bisogni da soddisfare.
E quando diventano autoreferenziali, ecco che il bisogno diventa vizio.
E a quel punto non è più questione di soddisfare il bisogno, ma si entra nella logica dell’accaparramento reiterato dell’oggetto del desiderio.
Non è difficile riconoscere la natura di questo fenomeno : è bulimia canoscitiva.
Talmente calzante è la definizione, che si pensi a cosa succede ogni tanto con i moti di “disclosure” di informazioni riservate.
Le declassificazioni dei servizi segreti, ad esempio.
Non hanno alcun senso di esistere, se ci si pensa.
E’ evidente, secondo me, che abboffandosi di ogni segreto ad un certo punto si arriva alla nausea, e a quel punto si vomitano fuori, al popolo bue, pezzi misti di informazioni.
Il quale popolo, eppure bue, se ne nutrirà e verrà quindi iniziato ad un gradino appena un pochino superiore di bisogni da soddisfare.
L’unica logica che a me viene in mente è quella di una progressiva lenta contro-educazione delle masse, propedeutica a mantenerne il controllo.
Vale a dire che i frammenti di verità esternati nel vomito non sono le verità, ma solo la conferma che di verità ce ne sono.
E questo rende il popolo bue un po’ più evoluto, utile per obiettivi un po’ più alti.
Ma sempre bue e sempre ignorante.
Claudio in testa.

Negli strati più alti della piramide dei bisogni c’è posto per pochi.
Per cui non si può certo “sbragare” e dire tutto a tutti.
Facendolo, tutti vorrebbero salire al vertice. Pensando di potere fare meglio.
E il paradosso è che forse tanti potrebbero davvero fare meglio.
Liberi dalle infrastrutture concettuali, e dalle intrecciate frazioni di potere che altri credono di detenere, sarebbero probabilmente in grado di farlo.
Ragion per cui in cima non ci devono arrivare.

Dunque, l’umanità sale lungo i gradini della piramide della canoscenza, ma in cima non ci arriverà mai.
Anzi, la cima non si vede neppure, e quindi lo popolo bue non sa nemmeno che esiste.
Nell’affannosa ricerca della crescita, ad un certo punto uno dopo l’altro tutti muoiono, perché ancora mortali siamo.
E così facendo lasciano spazio a quelli più sotto, che ripetono il ciclo.
Mano a mano che si riparte, però, si riparte da un pochino più in alto.
E così facendo si innalza la base su cui poggia il vertice, che quindi si eleva.
Tutti vanno verso l’alto e aggiungono sempre altri piani.
Poi muoiono.
E lasciano il posto ai successivi.
E il vertice si innalza sempre di più, spinto dal basso.
Ma il basso non diventa mai alto.
Cambia solo scala di basso.
E purtroppo non sto parlando di musica.

Ecco, questa mi sembra una rappresentazione di torre di Babele aggiornata.
Non più le lingue, sono il problema.
Il che in effetti è già una conquista.
Ma piuttosto le canoscenze esprimibili con quelle linque.

Claudio, ancora?
Ma che stai facendo ?
Di nuovo che ti metti a giocare al maestrino ?
Eddai, che palle.
Li devi lasciare fare.
Falli credere di sapere, che così lavorano di più.

Tanto è inutile, voi umani siete senza speranza.
Vi ho dato la televisione.
Uno strumento potentissimo, e voi pochi l’avete usato per “ingreggire” l’umanità.
Allora vi ho dato internet, ancora più potente, e di nuovo voi pochi l’avete usato per “inpornire” e “intweettire” l’umanità.

Allora sapete che vi dico?
Che faccio come fa Claudio con sua figlia.
Io non dico ne vieto più niente.
Anzi, quando si attacca ai videogames o ai social network Claudio le dice :”brava, di più, continua”
Pratica la logica dell’innesto al contrario.

Perché siamo fermamente convinti di quanto diceva “Zorba il greco”, stretto parente del Gesù dell’”ultima tentazione di Cristo”:
l’unico modo per eliminare un vizio è praticarlo fino alla nausea.

Quindi prima cominciamo, prima finiamo.




14      I 10 mandamenti.


Devo dire la verità.
Non ho resistito alle tentazione, ed essendo appena andati in onda televisiva i 10 comandamenti illustrati da noto comico toscano, ho pensato di farli anche io.
Spero che chi legga apprezzi innanzitutto il fatto che io li illustro gratuitamente.
Credo che un milionario che decide di portare a teatro la parola di Dio, come minimo dovrebbe farlo gratuitamente.  Se non altro per rispetto del Dio fattosi donna : la dea fortuna.
Evidentemente quando si ha successo deve essere molto difficile ricordarsi che è sempre per una botta di culo. Perché per uno che emerge ce ne sono migliaia, assolutamente equipollenti, che restano anonimi.
Ma è chiaro che alla fine vince sempre la bramosia di culto della personalità.

Evidentemente anche nei mandamenti mancano alcuni pezzi.
La superbia, o l’avarizia ad esempio.
Non basta mica dire che sono vizi o peccati.
Si doveva anche iscriverle, ad esempio, come 11esimo e 12esimo comandamento.
Voglio dire che probabilmente ci voleva un “reminder”, un “memento”.
Certo però, che su questa logica, le tavole della legge avrebbero dovuto essere lunghe come dei rotoli di carta igienica.

Comunque, tornando a noi, giusto per un ripassino, i 10 comandamenti sono questi qua sotto.
  1. Non avrai altro Dio all'infuori di me.
  2. Non nominare il nome di Dio invano.
  3. Ricordati di santificare le feste.
  4. Onora il padre e la madre.
  5. Non uccidere.
  6. Non commettere atti impuri.
  7. Non rubare.
  8. Non dire falsa testimonianza.
  9. Non desiderare la donna d'altri.
  10. Non desiderare la roba d'altri.
Quelli che invece vogliamo illustrare noi, sono le loro versioni iperboliche, paradossali, opposte e eccessive.
I contro comandamenti, appunto.
Con uno dei nostri giochi di parole, con un piccolo trattino diventano Co-Mandamenti.
E lasciando cadere il Co, ecco che diventano la provocazione.
Ci ritroviamo dei mandamenti.
Il mandamento, nel gergo di cosa nostra, indica la zona di influenza di una o più famiglie affiliate all'organizzazione. http://it.wikipedia.org/wiki/Mandamento - mafia
Ecco che in questa definizione, i mandamenti appaiono chiaramente in opposizione alla morale comune.
Potremmo addirittura azzardare che le mafie, per quanto per certi versi affascinanti, siano una delle incarnazioni del diavolo.
E quindi potremmo immaginare cosa prescriverebbe il diavolo come contrario alla Legge.
Se tutto va bene, ci prescriverà qualcosa che ci aiuterà nell’intento di questo scritto.
Ci aiuterà ad estinguerci, a meno che non troviamo delle modalità per cooptarla, e quindi convertirla.
Le quali modalità, poi altro non sono che le famose legalizzazioni. Almeno parziali.
Anche il diavolo sarà stufo di clandestinità.
E in tal caso accetterà di buon grado di dare una mano alla transumanza della società globale.
Tutto ciò premesso, ecco i 10 mandamenti.


15      Primo al contrario : non avrai altro Dio all’infuori di te

Non avrai altro Dio all'infuori di me.

Claudio qua mi devi aiutare tu.
A tutto questo nostro discorso di innesti pedagogico-vaccinatori serve la “copertura teologica”.
E il supporto dogmatico.
….
Certo, che servono.
Anzi, sono indispensabili.
L’innesto deve essere prescrittivo e non arbitrario, altrimenti se non lo imponiamo, l’umano non tenderà per sua natura a fare il contrario.
Eppoi lo sai come è l’animo umano.
Ad ogni costrizione reagisce con un empito di presunta libertà.
Ad ogni limitazione di libertà oppone un moto contrapposto.
Come dicevi tu : la libertà è l’ottavo vizio capitale.
Ma l’essere umano non ci è ancora arrivato.

Inoltre, è evidente che solo con un nuovo dogma e una nuova teologia potremmo avere una nuova teocrazia di casta.
Solo così potremmo raccogliere l’implicita e scontata richiesta, ove non l’anelito, dell’intera popolazione mondiale ed essere rappresentata per altri 2000 anni da delegati preposti a fare gli interessi di pochi ma in nome di molti.

Claudio, certo che il nuovo dogma lo devi fare tu.
Solo un umano può cercare di inquadrare l’essenza dell’essere nella parola.
E spesso non ci riesce mica bene.
Pensaci : non avrai altro Dio all’infuori di me.
Può essere solo una costruzione umana.
In termini di analisi logica è un delirio di confusione. 
Il riconoscimento dell’esistenza di altro Dio è di per se sinonimo di pluriteismo.
Ma quest’ultimo lo dovrai rifiutare a priori perché te lo dico Io.
E lo devi rifiutare all’infuori di me.
Non ti viene da chiederti cosa fare “all’indentro” di me ?
E’ possibile che io abbia un dio dentro di me, e che quello tu invece lo potrai avere ?
Immagina quindi un Dio cazzimmoso, che per provocarti ti dica “non avrai altro Dio all’indentro di me.
Ti manderebbe in tilt, o no?

Poi c’è quel verbo : “avere”.
Tu umano sarai quindi proprietario di Dio ?
Lo avrai, come si ha un palazzo o un terreno ?
A ben vedere sembra proprio che alcuni uomini l’abbiano intesa così e si siano comportati per millenni come proprietari di Dio, e della verità.
Tanto da organizzare la vita di miliardi di persone a loro piacimento.
Radunandoli in greggi di pecore allevate senza pensiero.
O armandoli in guerre fratricide altrettanto a-freniche.
E la cosa ha pure funzionato, e funziona, bene.

Si, solo un umano può pensare di scrivere il tutto.
E solo un umano abbastanza matto ci può riuscire.
E poi così, finalmente potrai avere il tuo dogma personale.
Non eri tu che andavi in giro a dire che prima o poi te lo saresti fatto ?
Pensa agli sviluppi possibili.
Se gli innesti non attecchiscono e non alimentano la produzione di logo-anticorpi, grazie al tuo fulgido esempio ci ritroveremo infine con un dogma autoconcepito per ogni umano.
Strepitoso.
Selfie-dogmatica.
Anarco-dogmatica.
Secondo te dove ci porterà?
Ma è lampante.
Tutti contro tutti.
Homo homini lupus. Enfin!
Traguardo finale sarà l’estinzione.
E adesso vediamo perché. E percome .

Senza il codice etico dei comandamenti socializzanti, avremo proprio un bel casino.
E in ultima istanza la mancata riproduzione dell’umano finale, l’ultimo umano, l’umano terminale.
Quello la cui morte decreterà, appunto, l’avvenuta estinzione.
Lo possiamo anche chiamare “l’estintore marginale”.
Tra l’alto “estintore” ci sta proprio bene : sarà quello che spegnerà il fuocherello umano una volta per tutte.
Quello che resterà da solo senza più nemmeno un buco dove infilare il pisello.
Mentre io resterò quassù a godermi lo spettacolo, la mia ricreazione, come dicevi tu all’inizio.

Sempre come dicevi tu, io vinco sempre.
Che vi salviate o meno.
Evoluzione o ricreazione che sia.

Ordunque : innovare !.
Basta aria stantia.
Guardare le cose con una nuova prospettiva.
Avanti !
Il neodogma.
Fammi ridere.
Spara.
Parti dall’obbligo di farti Dio.
Parti proprio dalla proiezione di divinità.
Parti da:
“non avrai altro Dio all’infuori di te”.



16      Secondo al contrario : bestemmia come un (tiranno) turco

Non nominare il nome di Dio invano.

Ma va la!
Quanta obsolescenza.
E vetustà.
La modernità viaggia al contrario.
Bestemmia a più non posso.
Ricordati che Dio ne è contento.
Anzi, di fronte alle tue esternazioni, lui ci ride.
Di più, si sbellica.
Nella sua infinita cazzimmosità è suo passatempo stare a guardare cosa fanno gli umani nelle avversità più o meno accentuate.

Tu non hai ancora capito, umano.
Ogni tua esplosione di rabbia è un grido contro la presunta assenza di manifestazione divine.
Ma la vera manifestazione è proprio la sua trascendente limpida trasparenza.
Chiaro come un lago senza fango, d’acqua così limpida che ci si guarda attraverso.
Eppur non per questo non è acqua.
Quando pensi che Dio non ci sia perché succedono chissà quali catastrofi, la verità è che Dio sta semplicemente esercitando il suo Diritto di non intervenire, di non fare.
Chiaro?
Umano: avete voluto un Dio umano?
Allora prendetevi anche la sua parte umana.
Ogni volta che bestemmiate è la sua umana vanità che lo lascia per nulla offeso, ma anzi piuttosto divertito e  a volte lusingato.
Ad esempio quelle volte che riuscite a dare il meglio della vostra creatività.
Con bestemmie di ogni forgia.
Si dice anche che Dio abbia organizzato concorsi per la bestemmia più creativa.
Spopolano sui metafisici social networks di paradiso e inferno, tra i quali Teobook è il più famoso, queste gare di tweetsemmia.
Ad oggi , si dice che in testa alla graduatoria, con 7 miliardi di “like” o preferenze, ci sia questo etnossimoro:
“Dio uomo”
E’ questa la neo super bestemmia del futuro che è già passato.
Nessun altro animale risulterà mai più appropriato.
Cane, maiale, porco
Tutti troppo buoni, troppo congrui, per assurgere ancora ad epiteti blasfemi.
Questa volta la consapevolezza della conoscenza ci ha finalmente aperto gli occhi.

In più, al concorso sulla bestemmia, si può aggiungere un fantastico gioco a premi.
Capita raramente di avere la giusta congiunzione astrale, ma quando capita ecco che arriva un umano che non si accontenta di sintassi e retorica.
E si decide a diventare esso (o elo)  mismo bestemmia.
In sillogismo Aristotelico, e sempre per evidenziare quanto dannoso sia stato questo satanasso di Aristotile,  potremmo riassumere così il suo (dell’uomo-bestemmia) pensiero.
  1. Se Dio si è fatto uomo
  2. E io sono uomo
  3. Allora io sono Dio
Questi soggetti si distribuiscono in maniera casuale nello spazio-mondo e nel tempo-storia.
Anche se devo dire che tra i più recenti e autorevoli se ne ricordano tre indoeuropei : Bonaparte, Hitler e Stalin.
Sono di certo esempi di eccellenza.
Vette di rado raggiunte e in alcuni casi, come quello di Hitler, inverosimilmente replicabili.
Spesso sono di poca statura, fisica e morale.
Tanto che spesso si creano una morale loro propria.
Il Piccolo Corso, a proposito di ossimori viventi, si fece Imperatore in nome della Rivoluzione.
Niente male.
Gli altri due si manipolarono a loro uso e piacere due alti pensatori quasi contemporanei.
Nietzche e Marx furono riassemblati in una macedonia ideologica distillata in  liquorosa essenza pensativa dalla pronta assimilabilità collettiva.
Si trascinarono interi popoli, come magici pifferai senza nemmeno i pifferi.
Spesso sono tanto piccoli, che a volte aggiungono anche degli spessori ai tacchi delle scarpe le quali diventano fino ad allora inimmaginabili trampolini verso la mala pianta della tirannia.
Ebbene si, dietro ogni tiranno non solo c’è un delirio di onnipotenza, ma soprattutto una caricatura di divinità, a partire dalle calzature.
Mi diceva sempre mia madre : “se vuoi conoscere un uomo, guardagli le scarpe”.
Chi poteva immaginare che fosse tanto vero.
Forse possiamo scomodare anche Lombroso.
Parte del fenotipo tipico del tiranno è forse la sua bassezza?
In effetti anche in Italia ci sono esempi più recenti.
Forse la chiave  è un nesso causale in salsa di traumi adolescenziali.
La bassezza produce la mancanza di brogna, magari ?
E in tal caso la mancanza di brogna produce bassezza, in questo caso morale.
Forse tiranni si diventa quando non si è cresciuti con sufficiente “pilu” ?
Sarà per questo che spesso si circondano di trofei femminini, di un femminino che nulla più ha di sacrale ma che sa tanto di macelleria.
In ogni caso vale il solito sillogismo, stavolta della bestemmia. Dal quale deriva il titolo del paragrafo.
  1. Se “Dio uomo” è una bestemmia
  2. E se il tiranno è un uomo
  3. Allora tiranno è una bestemmia



17      Terzo al contrario “nazional-populista”: ma che cazzo abbiamo  da festeggiare ?

Ricordati di santificare le feste.

Ma a cosa pensavi, Signore ?
Cosa hanno di santo ?
E soprattutto, feste per cosa ?
Cosa ci vedi da festeggiare ?
Non ti basta il quadro sulla umana condizione e perversione emerso dagli innesti di cui in precedenza ?

Ricordare, noi ce ne ricordiamo.
E come sempre poi festeggiamo.
Anche se è più che altro una festa di casta; per pochi commercianti e gastronomi  vari

E così a Natale dobbiamo festeggiare il fatto che dopo soli 33 anni il figlio te lo hanno crocifisso.
Ancora meglio, la temporalizzazione e la secolarizzazione della trascendenza fanno si che oggi devi aspettare solo qualche mese.
Ogni anno puoi festeggiare il Natale, pensando che già dopo pochi mesi, a Pasqua, il bambin Gesù finirà in croce.

Certo che deve essere faticoso nascere, crescere e morire, tutto in quattro mesi.
E soprattutto tutti gli anni.
Il tutto tralasciando il fatto che nessun sa cosa succede negli altri 8 mesi di “sede vacante”.

Ma in ogni caso ripetiamo.
Il punto è : “ma cosa c’è da festeggiare ?”
E quanta santità c’è in un panettone ?



18      Quarto al contrario : uccidi tuo padre, violenta tua madre

Onora il Padre e la Madre.

Signore, questa è bellissima davvero.
Secondo me in principio il comandamento è un bellissimo segno di tua umiltà, Signore.
Qualcosa del tipo che fatta la creazione hai detto “adesso io mi tiro indietro e voi onorate e rispettate il sacro principio della vita, simboleggiato dal padre e dalla madre”.
Naturalmente tu intendevi tutti i padri e tutte le madri, uniti da questa santa congiunzione che è la “e”.
Tu intendevi la riproduzione, presumo.
Che per noi umani, ma non solo, avviene con la fusione di padre e madre.

Non è mica diverso dallo ying e yang.
E certo. Non è diverso perché non c’è differenza nel principio di base assoluto, ma soltanto diverse manifestazione fenomenologiche in diversi contesti temporali e geografici.
Poi ad un certo punto deve essere arrivato il solito “satanasso” di turno che siccome non aveva mai fatto yoga né mangiato sushi, non conosceva l’oriente e non poteva pertanto vedere l’analogia tra le fenomenologie.
Così invece di interpretare il comandamento nella sua interezza, che era l’unico modo di assimilare la “potenza del verbo” in esso contenuto, fece la solita cosa che fa l’umano quando non arriva a capire, o forse meglio quando non arriva a  percepire.
Inizia a frazionare l’ignoto in modo da potersi concentrare su singole porzioni che gli diventano infine ultranote.
E così facendo crede di appropriarsi della conoscenza e asservirsela come strumento di potere.
Come dire che diventa un gran specialista di alopecia, ma si dimentica di verificare se sotto le mani ha una testa.
Diventa un provetto macellaio ideologico dell’interezza del tutto, specializzandosi in quarti di biologia, scamoni di chimica, cosce di fisica e così via.

Ad onor del vero, non possiamo dire che questo approccio non produca risultati.
Tante scienze umane hanno faticosamente raggiunto grandi vette di conoscenza.
Ma il vero problema è che poi si devono rimettere insieme tutti i pezzi.
E come vedremo con gli esempi seguenti, non è per niente scontato.
E non risulta facile, perché ogni branca pensa di avere la sua verità dominante, quando la vera essenza è che sono tutte facce della stessa verità dominante.
Per millenni, questa verità è stata chiamata Dio.
Di recente si è aggiunta una manifestazione umana chiamata scienza dei sistemi adattivi complessi che a me piace tantissimo, e che mi pare improntata proprio alla unitarietà del tutto.

Comunque, tornando al satanasso, che chiameremo sempre “satanasso zero”, questo ha letto “Onora il Padre e la Madre”
Non si è nemmeno accorto delle maiuscole, e deve essersi chiesto : “Quale padre e quale madre” ?
I miei? O quelli del vicino ? Se sono i miei, ecco che quelli del vicino passano in secondo piano.
E questo fu il primo innesto di “separazione”, “disgregazione”.

Ma non basta.
Subito dopo deve essersi messo a contare le parole.
Come un bambino che non si accontenta di avere la mano piena di caramelle, ma deve controllare quante sono per vedere se sono di più di quelle del suo amico.
Questo succede quando si seziona l’interezza del tutto.
Quando non si capisce che non sono 5 parole.
Ma una sola idea.
Ricavandone varie parti, si comincia dunque a contarle.
E’ naturale.
Ma contarle ne fa evaporare il significato intrinseco, e soprattutto, le gerarchizza.
Perché l’uno viene prima del due, e quindi è meglio.
1=Onora
2=il
3=Padre
4= e
5= la
5=Madre
Così facendo ecco che il Satanasso ha creato le basi di un disastro cognitivo millenario.
Non solo Padre e Madre diventano  separati predicati nonostante le maiuscole, ma la madre viene per ultima nella graduatoria di 5 parole.
La madre diventa quinta.
Mentre il padre, che pur sarebbe terza parola, assurge a primo nella classifica in quanto primo predicato.
Diciamo che il Satanasso se la volta e se la gira un po’ come gli pare. A sua utilità personale.
Tornando alla Madre non solo è quinta, ma è anche “accessoriale” : onora il Padre e poi, se ti va o se c’è tempo, anche la Madre.
Così nasce la legittimazione dell’autoritarismo maschile e la sottomissione femminile.
Tutto nasce quindi da un satanasso non troppo intelligente, ma molto appropriativo.
Il che è frequentemente caratteristica dei non troppo intelligenti.
Io, Claudio, avevo chiamato Inappchi (indebiti appropriatori di conoscenza) queste creature mitologiche, appunto come il satanasso zero.

Comunque, da questo “equivoco” poi nascono delle fantastiche perversioni psico-storiche.
Incredibili quelle dei greci. Delle loro tragedie.
Figli che uccidono padri.
Madri e figli in celebrazioni  incestuose.
Famiglie fratricide.
E così via.
Ancora oggi si dice metaforicamente che l’adolescente deve “uccidere” il padre per diventare uomo.
E alcuni famosi cantanti, sempre in preda ai fumi di qualcosa, inneggiavano “padre ti voglio uccidere, madre ti voglio fottere”.
A volte quando incontro tanta devianza spesso mi chiedo come l’essere umano sia riuscito ad arrivare dove siamo oggi. Ha davvero del miracoloso.
Ed è davvero testimonianza della frattale omnipervasività della vita.
Ma comunque, ogni volta che in occidente si incontra una contrapposizione, ricordatevi che c’è buona probabilità che sia un falso ideologico di storica memoria greca.
Bisogna quindi ricordarsi che la verità sta nella sua ricomposizione.
E porsi una domanda: ma non sarà che noi li idolatriamo, ma in realtà questi greci fossero solo dei gran pervertiti?


19      Quinto al contrario : stermina.

Non uccidere.

Signore, anche questa è buona.
Non uccidere dovrebbe essere implicito.
Nel mondo della normalità non dovrebbe nemmeno venire in mente.
Invece il bisogno di prescriverlo testimonia una cosa ben chiara.
Tu, Signore, che l’uomo non era fatto a tua immagine e somiglianza lo sapevi dal principio.
Forse lo sapevi già da quando te ne sei lavato le mani con il primigenio principio della vita “onora il Padre e la Madre”.
E’ stato un po’ come dire: “adesso che potete moltiplicarvi, comportatevi da umani e arrangiatevi da soli”.

Ma già immaginavi cosa  sarebbe successo e per questo motivo hai pensato di lasciarci un Post-it scolpito nella pietra.
Tanto lo sapevi, che hai dovuto scriverlo, dunque.
Come si fa su una lavagna delle scuole materne.

Ci hai preso in giro dall’inizio.
Non mi risulta che alcun animale abbia un qualche “logo”, mono,  penta o deca che sia, in cui si prescrive di non uccidere i suoi simili.
Anche se uccide, normalmente uccide membri di altre specie. Seppur non sempre.
E lo fa quasi sempre per cibarsi e per difendersi.
Senza contare la gran quantità di specie erbivore, che si cibano si di altri esseri, ma non animali.
In conclusione, lo “stermina” di questo “mandamento” fa riferimento all’innesto sulle guerre, dove il tema delle uccisioni è già stato trattato.
Per cui non mi dilungo, così mi risparmio una nausea.


20      Sesto al contrario : dacci dentro con gli atti impuri.

Non commettere atti impuri.

Comunque questi atti impuri, io devo ancora capire quali siano realmente.
Masturbazione ?
Sodomia?
Ma non bastava farci come gli altri animali ?
Il mio cane non ne fa di atti impuri.
Al massimo vuole accoppiarsi quando va in calore due volte all’anno.
Oppure non sarà che atti impuri siano altri ?
Non sarà che la demonizzazione della sessualità ha altre radici, ma in ogni caso oggi non è più abbastante a descrivere le “impurità” moderne ?
Certo, una sana frenata d’ormoni collettiva potrebbe essere opportuna.
Ma finchè ci propinano carne in ogni dove, è difficile.
Con l’aggiunta di qualche droguccia mescalina o no, e qualche pillola fallo-lignificante, poi figurarsi.

Ma non sarà che dobbiamo avviare un processo di modernizzazione ideologica?
Non sarà che dobbiamo riportarci al corrente anno 2015?
Nei nostri tempi, atti impuri non saranno quelli con cui avveleniamo tutto il pianeta?
A furia di masturbare ciminiere, queste eiaculano impurità.
Oppure pensate alle esplosioni di orgasmi radioattivi.

Le ciminiere hanno in effetti un forte valenza simbolica di umana virilità.
Simili a grandi falli, a me piacciono quelle di mattoni rossi.
Falli pellirossa oggettivamente riconducibili al paradigma de “noi ce l’abbiamo grosso”.
Ma non sono i soli.
Ci sono anche i fratelli minori.
Ci sono i metaforici “falletti” o “fallucci”, che sembrano dei biscotti ispano-parmigiani.
Anzi, caro il macinino latteo, perché non lanci la linea “cazzetti”, “fighine”, “tettarelle” (questa la avevo già sentita altrove,  ma va sempre bene) ?
I fallicini sono ad esempio gli scappamenti di automobili, che si aggirano per le strade del pianeta al canto “a noi invece ci piace piccolo”.
Sempre in costante eiaculazione, e’ un canto perlopiù in 4 tempi. E non in 4 quarti.
Ma non ci sono mica solo i falli gassanti.
Ci sono anche quelli per fluidi.
Fognature. Acque reflue. Residui industriali.
Flussi post-spermatici costantemente all’opera per pro-creare il mondo del futuro.
Un mondo fatto di vegetali, scarafaggi e insetti vari a cui noi umani facciamo di tutto per mettere a disposizione un pianeta senza di noi stessi.
In effetti, se allunghiamo abbastanza l’orizzonte temporale, osserviamo in tutta evidenza che ci stiamo proprio comportando come dei perfetti ospiti.
Ci adopriamo in ogni modo per mettere a disposizione altrui la nostra dimora, senza lasciare alcuna traccia vivente di umano nel mondo del futuro.
Solo post-archeologia del cemento, armato o no.
Pro-creaiamo il nuovo mondo.
Esatto.
Ma senza di noi.
Pro-eteri. Per altri.
Perché evidentemente, che non siamo una specie superiore lo sappiamo da soli e già adesso.
Ma io dirò di più.
Per me forse è il nostro ruolo.
Siamo una “specie carontica”: traghettatrice delle altre, senza che noi ci muoviamo dallo spazio-tempo dello Stige.
Dove noi umani resteremo per sempre.

Sempre a proposito di atti impuri, mi viene in mente un’altra variante.
Orsù : metaforiamo !
Non sarà che quando si parla di sodomia si debba pensare al furto ?
Messa così sarebbe fantastica.
Una cerniera ideologica che connetta il “sii impuro!” al seguente “ruba!” ?
Ci sono le metafore gergali, che come i luoghi comuni, si affermano perché sono vere.
Te la metto in culo, si dice comunemente.
Ecco, al nostro mondo assistiamo ad un reiterato “mitt’anculamento” (terronogismo) perpetuo del genere umano da parte di pochi.
I due mandamenti, ovvero contro-comandamenti, li prendiamo davvero alla lettera.

Per concludere sulle possibili moderne impurezze, mettiamoci anche gli stupefacenti.
Questi sono una geniale operazione di marketing.
Chiunque ne usi vi dirà: “ mi fa star bene” o “mi rilassa” o “mi stimola il pensiero”.
Ma basterebbe focalizzarsi sull’etimologia.
Non c’è nessuna valenza percettiva, già nella definizione.
Le porte della percezione restano ben inserrate.
La composizione del termine invece è piuttosto trasparente.
Sono cose che ti fanno stupido.
E siccome è un sostantivo participativo (desinenza in “enti”) , si dovrebbe già capire che sottende un lavorio costante per smontare sistemi cognitivi e estirpare istinti ideativi.
Vale a dire che sono sempre in moto. Sempre “facenti”, appunto.
Potremmo esprimerci anche in idioma capital-popolare: te rincojoniscono sempre.

La chiosa.
Mi viene in mente Battisti : “Umanità, ma perché tu non ti vuoi azzurra e lucente” ?



21      Settimo al contrario : ruba, razzìa, depreda, saccheggia, rapina, appropriati.

Non rubare.

E’ come per il non uccidere. Si ruba in tanti modi.
Si rubano tante cose.
  1. Denari
  2. Libertà
  3. Conoscenza o Intelligenza
  4. Pace
  5. Sadio
Anche in questo caso siamo maturi per un upgrade conoscitivo.
Dobbiamo innovare la dogmatica per renderla coerente con la realtà.
E qui si innesta un bel problema.
Perché se è vero che per una fascia di soggetti il non rubare si può riferire a beni immateriali, per un’altra fascia il problema di fondo rimane la sopravvivenza meramente fisica.
Quindi ?
Bisogna adottare il principio della dogmatica flessibile.
O meglio ancora “adattiva”.
Messa così sembra una contraddizione in termini, ma non lo è.
Testimone di questa moderna flessibilità precettiva è il sesto modo di rubare di cui sopra.
Il Sadio.
Tranquilli, non è il nome di un nuovo minerale radioattivo.
Non è nemmeno riferimento a pratiche sadistiche spesso assai aggradite a fasce “progredite” della popolazione.
No, questa è piuttosto la categoria che racchiude tutto quanto non compreso in precedenza.
E’ la categoria del “Lo SaDio” in quanti altri modi si può rubare. 
Serve anche a ricordarvi che nell’era della modernità, le certezze sono intrise di precarietà.
Precarietà che ovviamente può essere riferita allo spazio tempo.
La fortuna è un fatto di geografia. E anche di momento.
Quindi, per riassumere, al salire nella scala del raggiungimento di soddisfazione di bisogni, cambia anche la gradazione di “non rubare” appropriata.
E Lo Sa Dio quante gradazioni possano esistere.

Più si ha la fortuna di trovarsi nella parte per così dire progredita del mondo, più “etereo” si fa il non rubare.
In un villaggio africano è peccato rubare cibo.
In un governo è peccato rubare soldi.
In borsa a Wall Street è peccato rubare informazioni, conoscenza.
Salvo sapere quali sono le informazioni rilevanti.
Si può obiettare che la conoscenza di Wall Street altro non è che “soldi”.
Ma non è solo così. E’ più sottile.
Come nel caso di un governo, rubare in forme di maggior presunto umano illuminismo, tra le quali Sissignore potremmo anche annoverare una qualche forma di “libero mercato”,  si trasmuta in un furto di ideali.
Una appropriazione manipolatoria di verità, che produca in conclusione il disfacimento dell’ideale stesso.
E infine, che generi una sorta di pervasivo nichilistico qualunquismo, scientificamente diffuso per disgregare “ad arte”.


22      Ottavo al contrario : fatti obnubilare di ogni falsa testimonianza.

Non dire falsa testimonianza.

Questa è più sottile di un non dire bugie.
Anche in questo caso dovremmo evolvere il precetto in base all’evoluzione a cui abbiamo partecipato dai tempi delle tavole della legge.
A me evoca falsi profeti in primo luogo.
Perché vuol dire non dire bugie, certo.
Ma vuol anche dire non vendere o propinare  o rifilare verità ingannatrici, commedianti, fallaci, fraudolente e così via.
Se poi ci concentriamo sul dire, ecco che possiamo estenderlo a un più moderno diffondere, divulgare, propagare e così via.
Messa così non appare tutto più chiaro ?
Chi è che ci infarcisce di cazzate ?
La televisione, la pubblicità, la pseudo-informazione, internet.
Quale potrebbe essere il mandamento, il contro-comandamento ?
Immaginiamo un “distilla e discerni ciò che ti propinano, in maniera che non sia più contaminato da alcuna parte veritiera e noi possiamo serenamente essere obnubilati nel chiarore della nuova alba dell’umanità. Quella da polli in batteria”.

Una cosa non capisco.
A volte trapela qualche cosa di vero.
Viene resa pubblica qualche informazione.
Addirittura si diffonde qualche notizia attendibile.
Ecco, la domanda è :”perché ?”
Perché mai non ci lasciate nel nostro brodo di ignoranza ?
Sembra quasi uno di quei film dove una spia viene torturata tenendogli la testa sott’acqua.
Ecco, la domanda è : perché ogni tanto ci fate respirare?
Che forma di tortura è ?
Cosa dobbiamo confessare perché ci affoghiate una volta per tutte ?

Ci sono solo due possibili risposte.
La prima è che le eminenze grigie, brutte e cattive, hanno qualche empito di vergogna, e rilasciano qualcosa.
E questo non va bene.
Eminenze grigie con la coscienza proprio non le vogliamo.
Già che ci intortano, o intorturano, poi ci tocca pure non farle sentire in colpa.

L’altra è che le stesse eminenze grigie abbiano un forte lato sadico.
E anche questo non ci va bene.
Anche se mi sembra la più probabile delle verità malate nascoste.




23      Nono al contrario : stupra la donna. D'altri o  no.

Non desiderare la donna d'altri.

Claudio, hai ragione.
Certo che già dal titolo si doveva capire tutto: non desiderare la donna d’altri.
Perché non ho scritto anche “non desiderare l’uomo d’altre” ?
Eppoi ci stupiamo se la donna diventa oggetto?
L’ho già sintatticamente individuata come cosa da bramare.
Donna o Ferrari, tutta roba che il soggetto uomo deve possedere.
Ma comunque, nell’ottica di quanto stiamo scrivendo è giustissimo !

Claudio, quale è il contrario ?
Desidera la donna d’altri ?
Sempre troppo timido.
Non devi desiderarle.
Le devi stuprare.
Tutte quelle che trovi.
Stupra la donna, d’altri o no.
Questo è il nuovo mandamento.

Claudio, lo sai che le donne a questo mondo sono molte di più degli uomini ?
Ecco, avrai sempre una donna nuova da stuprare.
Almeno fino a che non avrai terminato il giro del mondo.
Il tour di turismo sessuale in tutto il villaggio globale.
Www.
Questo vuol dire :”world wide women”…. to rape.

Questo si che sarebbe paradiso.
Ben oltre quello dei mussulmani con le loro 7 vergini.
Cosa ce ne facciamo di sole sette vergini?
Che paradiso cheap, povero.
Per forza che poi si incarogniscono in terra.
Lo capiscono anche loro che è una sola.
Dopo una settimana sono tutte sverginate e noi ci ritroviamo in un’eternità disonorata e mai più rionorabile.

In ogni caso il lato davvero bello dello stupro globale è che ad un certo punto le donne inizieranno a ribellarsi.
L’accresciuta entropia derivata dalla violenza maschile si organizzerà in configurazioni nuove.
Tu maschio credi di fare loro del male, ma la realtà è che stai esercitando una grande forza ri-creazionista.
Stimolerai la produzione di anticorpi antimaschio.

Già immagino.
Grandi eserciti di Evirago si raduneranno per la più grande e totalizzante caccia al maschio mai concepita.
Come dici ?
Come Claudio, non sai cosa sono le virago ?
Virago è un termine generalmente utilizzato per indicare una donna che, nell'aspetto fisico e soprattutto nel pensare e nell'agire, ha tratti significativi del sesso maschile.
Viene dal latino “vir”.
Ma tu non hai capito.
Io parlavo di E-virago.
Si, con la E “escretiva”, o che espelle.
Quella che assomiglia all’alfa privativa.
E vedrai quanto sarà privativa!
Le Evirago inizieranno con una nuova guerriglia testicolare.
No, non fatevi ingannare dalle definizioni.
Non è una guerriglia armata in qualche nuova forma particolare.
Quella la potrebbe concepire un maschio.
Questa è più semplice e più efficace..
Giungeranno nella notte silenziose come buitres, o a cavallo di grandi buitres, e armate di kris-bisturi dalle lame perfette taglieranno i coglioni al maschio di turno.
Il maschio non si sveglierà nemmeno in tempo.
L’emorragia lo porterà via troppo in fretta.
E le Evirago ripartiranno con il trofeo, alla volta del campo base più vicino.
E’ un po’ come gli scalpi degli indiani, soltanto che il “trofeo testicolo” ha una sua utilità pratica.

Il campo base è, infatti, solo una stazione intermedia.
Fa parte della strategia complessiva: raccogliere i coglioni ed inviarli in zone glaciali per estrarne lo sperma.
E conservarlo per la riproduzione auto-assistita.
Che vuol dire ?
Che al grido di “l’utero è mio” si tromberanno, infine, da sole. Ahh….molto meglio.
I centri di raccolta saranno in luoghi freddi, per garantire la cristallizazione del fluido spermatico e la relativa crioconservazione.
Nessuna altra forma energetica sarebbe adeguata a tenere al freddo miliardi di coglioni raccolti nel tempo.

Come ce li portano ?
Nell’ era dell’olocausto non ci saranno più aerei, ne macchine. Non c’è più petrolio.
La natura si sarà ribellata, all’umano in genere, ed al maschio in particolare.
E avrà prodotto ogni sorta di specie animale “anti-uomo”.
Si proprio, come le mine.
Ma questi animali anti uomo sono vivi, interconnessi psichicamente e infine, cattivi con l’uomo maschio.
Ma non con le donne.
Motivo per il quale le Evirago viaggeranno a cavallo di grandi Buitresse e Falchesse.
Tutti macrovolatili molto aggressivi.
L’era delle colombe, di qualsivoglia colomba, sarà perduta per sempre.

I coglioni saranno sistemati in apposite strutture, in distese elettrofornite, in lunghi filari comodi da vendemmiare.
La vendemmia avverrà per “incisione” come per i papaveri da oppio.
Ed il fecondatore liquido si raccoglierà come l’oleoso nettare dei papaveri.

La coltura coglionica consentirà tra l’altro una pratica diffusione di biodiversità.
Catalogati per razza, età, caratteristiche somatiche o  quoziente intellettivo, potranno essere comodamente  mescolati.
Sia on demand che random.
Donne cinesi partoriranno bambini negri.
Donne negre partoriranno bambini biondi.
Donne piccole partoriranno uomini grandi come alberi.
E così via.

Ovviamente le Evirago terranno le bambine, mentre i bambini verranno usati come forma di alimentazione proteica.
Esattamente come facciamo noi oggi con i polli di allevamento, saranno tritati vivi e poi venduti come cibo.
Soltanto una piccola parte di bambini maschi sarà tenuta in coltura idroponica di soluzioni glucosiche, fino al raggiungimento dell’età fertile.
A quel punto verranno evirati per averne i coglioni, e triturati vivi per farne farine proteiche.
Una parte sarà destinata al consumo intero: come l’agnello di pasqua, il vitello grasso, il maialino da latte.
La prelibatezza festiva sarà sempre di più un tenero virgulto: il bambinello dai coglioni estirpati.
Allevato in maniera intensivamente insostenibile, infarcito di ormoni e antibiotici, ecco a voi il piccolo moderno tributo sacrificale: l’eunuchello.
In tante cromatiche varianti di marketing.
Eunuchelli negri per americani.
Eunuchelli gialli per europei.
Eunuchelli bianco-diafani per cinesi.
E così via.



24      Decimo al contrario : brama la roba. D'altri o no

Non desiderare la roba d'altri.

Quello del titolo è un riferimento al realismo italiano di fine l.800 e inizio 1.900.
Ricordate “La roba” ?
Era Giovanni Verga.
Quando te la fanno studiare a scuola sei troppo giovane, e tutta quella bramosìa per la roba non la capisci proprio.
Poi cresci, conosci il mondo, e conosci gli uomini, e ti accorgi che quel libercolo in apparenza insignificante è un piccolo capolavoro.

Ovviamente il comandamento “non desiderare la roba d’altri” va ribaltato al contrario.
Da questa esigenza deriva il titolo.

La cosa interessante di questo decimo comandamento, è che testimonia la profonda conoscenza dell’animo umano.
Qua non si dice non rubare.
Si dice “non metterti in condizione tale che tu possa essere indotto a rubare”.
Bisognava metterlo prima del “non rubare”.
In ogni caso, risponde bene a questo concetto: “non ti indurre in tentazione da solo”.
In qualche modo è geniale.

E’ come con le donne.
Infatti, quando passa per strada una donna vistosa se non discinta, si distinguono due categorie di uomini:
  • quelli che la “mangiano con gli occhi”. Li chiameremo i Bramosi.
  • e quelli che distolgono lo sguardo. Li chiameremo i Saviosi (per la rima).

In ogni caso si riconferma che tu, Signore, che non eravamo fatti a tua immagine e somiglianza lo sapevi dal principio.
Di nuovo ci hai presi in giro.
O forse, ancora peggio, è proprio in questo comandamento che hai sbagliato.
Forse questo è stato un innesto volontario.
Se non avessi così comandato, magari a noi umani non sarebbe neanche venuto in mente.
Magari ci hai messo una terribile pulce nell’orecchio.

Il punto di fondo infatti è l’ancestrale riconoscimento della proprietà privata.
Quando è che nasce ?
E quando è che addirittura viene canonizzata in legge ? Wikipedia - Proprietà (Diritto)
E quando è che si “incarognisce” e diventa quella delle forme moderne ?
Le civiltà primitive avevano la proprietà privata ?
Alcune tribù preistoriche, o gli indiani d’America, non la potevano nemmeno concepire.
Ed era naturale, si riunivano in gruppi sociali per aiutarsi a difendersi o migliorare la capacità di sopravvivenza. 
Mica per stare vicino ad un prossimo da fottere alla prima occasione.

Ma comunque, adesso la situazione è quella che è.
E noi dobbiamo inventarci un innesto per vaccinarci dall’idea che le proprietà sia bella.
E come si fa?
Forse l’unica soluzione è puntare sulla inanimità della roba.
Vale a dire che sembra una figata, poi quando ce l’hai ti accorgi che non te ne fai niente.
Che non ha un’anima.
Che non serve a niente.
Serve solo a farti ritrovare schiavo della paura che tu ne venga privato.
Che te la rubino, in primo luogo.
“E vivremo nel terrore che ci rubino l’argenteria. E’ più prosa che poesia”. Così cantava Rino Gaetano.

E se poi osservi bene ti accorgi che è tutta uguale.
Puoi ammirare diversi gioielli di umana fattura, ma alla fine sempre di metalli e di pietre si tratta.
Capirai che non fanno compagnia.
L’unica compagnia che puoi averne e quella della tua voce che li conta.
Ti renderai conto di quello che hai dovuto fare per averla.
Della fatica.
Ma anche del fatto che ti ha rubato l’anima in mille modi diversi.
Se ti evolverai un po’ di più riuscirai a pensare che per ogni pezzo di roba che hai c’è qualcun altro al mondo che non ne ha.
E forse un giorno ti sveglierai, e cantando “E sempre allegri bisogna stare”, sarai fulminato dalla reale essenza della questione:

La roba. Che tristezza!
Questa è la cura.
Questo è il vaccino.
Fatevi una pera.
Iniettatevelo.



25      Conclusione


Signore, Signore.
Sono Claudio.
Adesso che abbiamo finito con gli innesti e con il dogma che succede ?
Come capiremo se ci stiamo ri-creando o estinguendo ?
Quanto tempo ci vuole per sapere se tutto ha funzionato ?

Caro, Claudio
Sei sempre “frettella”, tu.
La risposta la dovresti conoscere già.
Ma voglio aiutarti e donarti una perla di “inutile canoscenza”, come la chiami tu.

Per sapere se tutto ha funzionato, ci vuole il tempo che ci sarà voluto quando il tempo sarà passato.

E il “ma va caghèr” me lo dico da Solo, così ti risparmio una bestemmia.



26      Appendice numerologica


Ecco una dimostrazione di miracoloso ordinamento della presunta casualità della complessità.

Avevamo parlato nell’introduzione di non eccedere in lunghezza.
E abbiamo manifestato l’intento di non dilungarci oltre alcune decine di pagine totali.

Subito dopo avevamo parlato di 7 innesti e 10 mandamenti.
Guarda caso, 7 x 10 = 70.

E sempre guardando il caso, 70 sono esattamente le pagine di questo scritto prima delle appendici.
E questa è una chiara manifestazione del concetto di ordine dal caos.

E’ bastato l’aiuto di un po’ di calcoli impliciti e in base epta-decimale.
E abbiamo finito esattamente dove avevamo iniziato.

Il cerchio eptadecimale si è chiuso.



27      Coup de théatre. O colpo di scena.


Ma che ci avete creduto ?
Era uno scherzo.

Le pagine sono 70 per caso.
E’ stata una botta di culo.

Non dovete credere a tutto quello che dico.
A volte non mi credo nemmeno io da solo.

Ma con la memoria di questo scherzo di cuore bambino, di una cosa sono certo.
Resterete con il ricordo di dovere rimanere sempre all’erta.
Di restare sempre intenti a riconoscere e diffidare da falsi profeti e miti.
A prescindere da quanto sofisticate o coerenti appaiano le loro costruzioni logiche e ideologiche.

Nessun commento:

Posta un commento